Le conseguenze del curriculum televisivo
Possiamo supporre che il curriculum televisivo abbia conseguenze fisiologiche, psicologiche e sociali. Sulle conseguenze fisiologiche possiamo solo fare congetture: si può immaginare che un'immersione in simboli non linguistici, analogici, avrà l'effetto di amplificare le funzioni dell'emisfero dx del cervello, inibendo quelle del sx, fonte del nostro potere di linguaggio. Apparentemente l'emisfero destro percepisce il mondo olisticamente, "tutto e subito". Possiamo supporre un futuro di gente abile nell'intuizione e nell'emozione, ma debole nella riflessione e nell'analisi. Gli effetti psicologici sono già ben visibili nella nostra gioventù: la durata dell'attenzione diminuisce, molti studenti non si accorgono di violare una norma se durante una lezione si abbandonano a interessi secondari, poiché è un comportamento normale nel curriculum televisivo. Le capacità linguistiche appaiono in diminuzione, il punteggio nelle prove di lettura è in declino, e ancor di più lo scritto. Nemmeno l'espressione orale è migliorata. Non stiamo tornando a una cultura orale preplatonica in cui dominano la memoria, l'argomentazione e la dialettica. La nostra gioventù si sta allontanando dal discorso civilizzato, a causa di un ambiente dell'informazione ostile all'espressione lineare, logica, continua. In un ambiente in cui l'informazione non linguistica si muove alla velocità della luce, secondo modelli non gerarchici, in quantità così vaste da non poter essere pienamente assimilabili, la parola e tutto ciò che essa rappresenta, perde prestigio e rilevanza.
I giovani parlano in modo frammentario, impaziente, scrivono in modo illogico e asintattico: allo stesso modo emerge una società immediata: terapia immediata, religione immediata, cibo immediato, amici immediati, lettura immediata. La costanza è uno dei principali insegnamenti della civiltà, ma presuppone la rilevazione della precedenza storica, della continuità, della complessità e della ricchezza dell'ambiguità. Oggi diventiamo ciò che osserviamo; i nuovi mezzi sono metafore per la vita stessa e ci guidano in un'esperienza compressa nel tempo, di relazioni a breve termine, di risultati orientati al presente, di soluzioni semplici e istantanee. Sono minate le basi del pensiero scientifico: alla base strutturale del pensiero scientifico stanno la presentazione graduale dell'evidenza e dell'argomentazione, la linearità del pensiero, la risposta differita, l'analisi riflessiva. L'assunto fondamentale della scienza è l'esistenza dell'ordine e dell'unità nella diversità. I giovani stanno sperimentando un'acuta incapacità di fare connessioni. E' minato il senso della storia: la televisione è sempre al tempo presente, tutto ciò che mostra appare sempre come qualcosa che sta accadendo. Non può rivelare tesi, principi, ipotesi, leggi: questi sono tutti concetti linguistici. La preoccupazione è la plausibile estensione del disadattamento personale: il linguaggio articolato è la nostra arma principale contro i disturbi mentali. L'effetto di rendere la gente consapevole di molte cose su cui non ha un controllo conduce a un crescente senso di impotenza.
Marshall McLuhan parla di uomo di massa:
"Quando l'uomo vive in un ambiente elettrico la sua natura si trasforma e la sua identità prrivata viene assorbita in un insieme comunitario. Egli diventa l'uomo di massa (…), un fenomeno di velocità elettrica, non di quantità fisica. L'uomo di massa fu avvertito dapprima come un fenomeno dell'età della radio, ma egli era venuto ad esistere, inavvertito, col telegrafo elettrico".
Il minare gerarchie mediante la diffusione indifferenziata dell'informazione contiene la possibilità di ulteriori conseguenze indesiderabili: le gerarchie comportano "segreti". Quanto viene confessato al prete, quanto accade tra i membri di una famiglia, ciò che viene discusso tra psichiatra e paziente, erano segreti prima dell'ambiente elettronico. Per questo, alcune strutture sociali hanno visto diminuire il proprio prestigio e la loro influenza. Radio e tv sono ostili all'idea di privacy: le notizie devono essere fatte muovere e consumate di continuo; le nostre idee sulla proprietà e l'identità personale subiscono una pericolosa erosione. L'uomo di massa è uno la cui identità privata si confonde nell'insieme. La gente viene spogliata dei suoi segreti e del suo senso di dignità personale.
Diveniamo insensibili, immunizzati nei confronti della realtà: costantemente siamo esposti a immagini di carestia, sofferenza, morte violenta. La vita sul teleschermo è vista su un cristallo di 21 pollici, quella al cinema è vista in dimensioni 7 volte maggiori alla realtà: la vita diventa un evento stilizzato, pubblicizzato dal mezzo, e non è inconcepibile che giungiamo a preferire la vita dei mezzi di comunicazione alla realtà stessa. E' possibile che, immersi in un modo di esperienza delegata, perdiamo sia i nostri sensi che il nostro contatto con essi nello stesso tempo? Il curriculum scolastico, nella "competizione" col primo curriculum, cede su quasi tutti i punti, e nel peggiore dei modi cercando di scimmiottare le forme televisive, riducendo i corsi a moduli da 20 minuti, sostituendo i corsi fondamentali con altri senza importanza, modificando la funzione dell'insegnante in quella di intrattenitore, introducendo i sussidi audiovisivi.
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