Le proprietà dell'informazione
* Forma dell'informazione. L'informazione, prima di tutto, ha una forma: è generata da un particolare sistema di codificazione, mediante l'impiego di materiali che rendono tangibili i nostri simboli. Il discorso è la forma di informazione più importante: senza di esso si può creare ben poca informazione. Le lingue stesse differiscono ampiamente tra loro e di conseguenza producono categorie d'informazioni diverse. La lingua degli indiani Hopi è strutturata in modo così diverso dalla nostra da supporre che gli Hopi non vedano il mondo come lo vediamo noi. La nostra percezione del mondo cambia se incidiamo ideogrammi su tavolette di pietra o se scriviamo su un papiro: questo perché l'informazione non è la realtà, ma un'astrazione di essa. Quanto tale astrazione sia elevata o bassa, duratura o transitoria, precisa o generica, dovranno stabilirlo il codice e il materiale ad esso collegato. Il computer, la televisione, non sono semplici macchine trasmettitrici di informazione: sono metafore attraverso le quali concettualizziamo la realtà.
* Quantità d'informazione. L'informazione ha anche una quantità, un'ampiezza. Oggi dipendiamo da una fornitura costante d'informazione, per concludere senza guai una giornata della nostra vita. Pensiamo a tutte le istituzioni che esistono soltanto per produrre e distribuire informazioni. Ma non sono le nostre istituzioni sociali a creare informazioni, è l'informazione che crea le nostre istituzioni sociali.
* Velocità dell'informazione. Le cose vanno diversamente se l'informazione si muove lenta (come nelle culture orali) o alla velocità della luce, come nelle culture elettroniche.
* Direzione dell'informazione. E' il verso in cui si muove l'informazione.
* Accessibilità dell'informazione: chi ha accesso ad essa e in quali circostanze.
Tutte queste proprietà hanno le più profonde conseguenze fisiologiche, psicologiche e sociali.
Una società in cui la legge è codificata in parole scritte ha un concetto della proprietà, dei contratti e delle obbligazioni diverso da un'altra società in cui le leggi esistono solo nella memoria.
Una società in cui la conoscenza sacra è codificata in pittografie complesse alle quali pochi hanno accesso, sviluppa sentimenti e istituzioni religiosi diverse da una società in cui la conoscenza sacra è codificata in un alfabeto accessibile a molti.
La stessa definizione di conoscenza è una funzione della forma, ampiezza, velocità, direzione ed accessibilità dell'informazione.
I modelli d'informazione dominanti in una cultura (codici, materiali, stili dell'interazione) formano una parte sostanziale dei gèni di una cultura, ne producono i suoi lineamenti e compiono il loro lavoro in modo invisibile.
Isaac Taylor, The History of the Alphabet: mostra come il cambiamento da scrittura ideografica ad alfabetica abbia reso l'informazione accessibile alla gente, riducendo la distanza tra governanti e governati. Lewis Mumford e Jacques Ellul hanno mostrato come l'invenzione dell'orologio meccanico, ricostruendo totalmente la nostra immagine del tempo e dello spazio, abbia posto le basi di tutte le moderne forme di organizzazione sociale: avere tempo è diventato servirsi del tempo, distribuirlo. Harold Innis in The Bias of Communication mostra come la stampa alteri quasi tutti gli aspetti della vita sociale, politica ed economica, sostenendo, ad es., che la stampa minò il monopolio dell'informazione detenuto dalla Chiesa Cattolica. Philippe Ariès in Centuries of Childhood sostiene che la stampa ha creato il moderno concetto di educazione e quello di infanzia.
Si cambi la forma, la quantità, velocità, direzione, accessibilità dell'informazione e si infrangerà qualche monopolio, si minaccerà qualche ideologia, si scalzerà qualche modello di autorità.
- Bisogna sempre equilibrare le influenze dell'informazione in una cultura: se esse rimangono incontrollate, diventano forme di tirannia.
- Compito principale dell'educazione è conoscere tali influenze e sapere cosa contrapporre loro.
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