Considerazioni di Postman in merito ai metodi di apprendimento e al sistema di valutazione
Considerazioni di Postman in merito ai metodi di apprendimento e al sistema di valutazione
Abbiamo già preso in esame il problema della valutazione in relazione a quello della tecnicizzazione. Postman sottolinea che dietro un test standardizzato c'è una concezione del patrimonio culturale e delle abilità che si intende misurare. Tale concezione è presente nella forma del test, non nel contenuto. Una serie di quesiti può guidare nella scelta o formulazione di un test:
– Cosa si intende misurare esattamente?
– Cosa poi in concreto viene misurato? Cosa non viene misurato?
– Quali sono le definizioni pregiudiziali di abilità, attitudini, comprensione che il test pretenderebbe di misurare?
– In quale misura tali definizioni sono congruenti con quelle degli insegnanti?
– Quali comportamenti può incoraggiare la forma del test?
– Quali test suppletivi saranno necessari per colmare le prospettive trascurate?
– In quale misura il test può misurare la velocità di risposta? La velocità costituisce un fattore positivo o negativo nella stima dell'abilità dello studente?
– Quale uso deve essere fatto degli esiti di un test?
Il test non deve soppiantare le funzioni di giudizio dell'uomo, autofondandosi come il metodo per la valutazione dello studente.
Non è una situazione facile da modificare. Fra le tante cause, una potrebbe essere che lo studio dell'apprendimento è lontano dall'essere una scienza. Per come stanno adesso le cose, la maggior parte degli insegnanti non presta molta attenzione alle difficoltà di apprendimento, salvo nel caso in cui uno studente resti assai indietro rispetto agli altri.
Ogni apprendimento è un apprendimento di recupero, e questo vale sia per gli studenti migliori che per quelli più "scadenti".
Sarebbe necessario disporre l'insegnamento di ogni disciplina come lo studio delle convinzioni errate, dei pregiudizi debilitanti, delle capacità deficitarie.
Gli sbagli sono una forma prefissata di comportamento umano: non esistono studi o testi che abbiano come contenuto gli errori commessi nell'apprendimento della biologia, della storia, dell'arte, dell'economia politica... Non c'è nessuno che impari a leggere, scrivere, far calcoli, pensare una volta per tutte.
L'apprendimento è una continua prova seguita da errori, correzioni, ulteriori errori e così via, all'infinito.
L'educazione è un atto di fede sul fatto che le idee possano avere conseguenze impreviste.
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