Stati e tribù africane fra 1800 e 1870
Anche in questo caso preferiamo rimandare al libro. Questo pezzo può considerarsi la continuazione del suo corrispettivo del capitolo precedente. Segue infatti l’evoluzione geografica e politica delle principali entità statali dell’Africa nera.
Il 19° secolo è per l’Africa l’ultimo libero ed è caratterizzato dal rafforzarsi ed ingrandirsi degli stati, dall’aumento della loro capacità di controllo sul territorio, con una limitazione drastica dell’autonomia delle comunità rurali rispetto al potere centrale, anche nelle zone più remote e periferiche. Verso la fine del secolo poche fra le popolazioni organizzate in sistemi a potere diffuso (ovvero senza una capitale di stato o un re, ma come confederazione di tribù o simili) riescono a mantenersi indipendenti dall’egemonia dei poteri forti (gli stati in senso classico).
Fra le entità più importanti si ricordano, altre ai già noti regni dell’Asante, di Etiopia e del mercante Msiri, la Liberia (fondata nel 1847 da schivi americani emancipati), la Colonia del Capo (fondata dagli inglesi ad inizio ottocento scacciando gli olandesi boeri, che, nel ’38, daranno vita ad un loro stato nelle terre limitrofe), e infine l’impero Zulù che da piccola entità si trasforma in pochi anni in un dominio enorme, tanto che il suo capo viene chiamato dagli storici il Napoleone nero. Si rimanda comunque al libro per una trattazione più degna di questi e d’altri stati africani del periodo.
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