Africa: un esempio emblematico:il commercio da costa a costa
Finora abbiamo avuto spesso modo di parlare di come la regione del Sudan, in articolare quella del Sahel, fossero da secoli coinvolte in traffici commerciali con il mondo arabo e i paesi dell’Africa mediterranea. Successivamente abbiamo visto come l’Europa e l’America latina commerciassero in schiavi, oro e manufatto con la costa occidentale dell’Africa; allo stesso tempo abbiamo osservato come la costa orientale fosse da sempre in contatto con il mondo arabo e con l’India sempre a causa del traffico di schiavi.
Nella prima metà dell’ottocento cominciano a formarsi le prime vie commerciali fra costa occidentale e costa orientale, fino ad allora mai incontratesi. Fra 1860 e 1880 un grande mercante di nome Msiri, riesce con la forza a costituire un vero e proprio impero personale che unisce in maniera stabile e salda le reti di commercianti dell’Angola, con quelli stanziati nella zona dell’odierno Tanzania, passando per il Congo e la Zambia. È la dimostrazione dell’importanza che il commercio con gli europei omai rappresenta per i mercanti africani e della loro autonoma capacità di organizzarsi ricercando il profitto.
Sempre intorno alla metà del secolo accade un altro fatto rilevante. A seguito dell’estensione dei commerci arabi anche nella zona del Darfur (pressappoco l’odierna parte occidentale dello stato del Sudan), e progressivamente al bacino del fiume Uele (Congo settentrionale), i tra grandi sistemi commerciali che abbiamo ricordato sopra (Europa-Americhe-costa occidentale; Mediterraneo-mondo arabo-ragione del Sudan; costa orientale-mondo arabo-India) si congiungono appunto nella regione dell’Uele che diventa per questo il più importante nodo commerciale dell’Africa continentale. È un fatto di importanza capitale, perché oltre a mettere in contatto il Sahel con la zona dei grandi laghi, l’Egitto con il Golfo di Guinea, eccetera.., il processo commerciale produce interscambi culturali e linguistici, sconvolge equilibri di potere consolidati. Come abbiamo detto, pur tenendo conto delle distanze e del baso numero di persone coinvolte (l’Africa nera è composta essenzialmente da contadini dediti all’autoconsumo, o da cacciatori raccoglitori), questo fiorire dei commerci indica che essa si stava inserendo nel contesto economico mondiale e che cominciava ad agire in maniera compatta ed armonica.
Per tutto il resto del secolo il commercio continua a crescere, al pari dell’interesse economico europeo; cominciano anche a diffondersi, a livello regionale, delle lingue franche fra mercanti. Si può quasi parlare di rapporto sinergico fra europei ed africani, entrambi ricavano profitto nel commerciare: gli europei ricevono materie prime e agricole, gli africani armi e conoscenze tecnologiche.
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