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L'approccio semiotico di Schapiro nel settore storico-artistico


Il nocciolo del primo approccio semiotico di Schapiro nel settore storico-artistico (meglio visibile nel secondo saggio), si sostanzia nei seguenti punti nodali: la definizione dell’immagine come segno, la classificazione dei suoi elementi costitutivi come mimetici e non mimetici; la ridefinizione del campo di un’immagine artistica come superamento delle nozioni abituali (convenzionali cioè, e tradizionali) di supporto liscio e regolare, di sfondo e di cornice, in cui egli dimostra viceversa la relatività storica e antropologica; la variabilità delle abitudini percettive in termini storicogeografici, ma anche di psicologia evolutiva; l’interrelazione fra forma e qualità del supporto da un lato e configurazione e valori espressivi dell’immagine anche non mimetica, dall’altro, in termini tanto grafici quanto cromatici, anche in rapporto agli assi e alle direzioni di lettura dell’ immagine (con particolare insistenza sull’analisi della contrapposizione semantica e semica tra destra e sinistra e con lo studio specifico delle immagini simmetriche, ovvero speculari); le possibili funzioni metaforiche di usi incongrui dei rapporti dimensionali o tipologici tra figure di un’immagine; il senso della prospettiva rinascimentale e del contorno delle figure come elementi costruttivi di senso nell’immagine, a dispetto della loro sostanziale amimeticità  e della loro sussunzione del concetto semico di veicolo. Questo saggio ha avuto un’influenza determinante sullo svolgimento della ricerca sulla semiotica applicata alle arti figurative. Il problema del rapporto tra campo dell’immagine e cornice era per Schapiro una preoccupazione di lungo corso scaturita dai propri studi medievistici e contemporaneistici. Ad es., la lettura di Pittura I-Composizione in b/n di Mondrian, Schapiro dice: «i contorni del quadrato risultano parzialmente coperti, prolungandosi così in un campo ideale oltre i limiti della tela a forma di losanga. Il modellato e la prospettiva sono stati abbandonati, ma è suggerita un’altra profondità sulla scena di questa pittura appiattita sul piano-superficie impenetrabile della tela: la sovrapposizione delle forme. Il bordo che interrompe i lati del quadrato balza così in avanti, mentre il quadrato interrotto retrocede come se passasse sotto il bordo. L’insieme si presenta allora come una rappresentazione interrotta di un oggetto in uno spazio tridimensionale». L’origine di queste forma astratte e asimmetriche anche a griglia, disposte su un campo uniforme viene ricondotta da Schapiro a certe composizioni naturalistiche di Degas e Bonnard, dove il gioco tra i limiti del quadro ed elementi lineari strutturali della composizione pur figurata, sono ugualmente forti. Bisogna osservare che la principale innovazione introdotta dallo studio di Schapiro su campo e veicolo nei segni-immagine è quella dell’esplicita definizione semiotico-linguistica dell’immagine nei suoi costituenti e dell’applicazione ad essa di concetti tratti appunto da tale ambito disciplinare, impreziositi però da nozioni derivate dalla psicologia della visione; alla valutazione delle dimensioni reciproche delle immagini nel loro complesso e nelle singole figure al loro interno; infine, alla direzione di lettura delle immagini secondo percorsi perfettamente analoghi a quelli delle varie scritture: da sinistra a destra, dall’alto in basso, ecc. 

Tratto da SEMIOTICA di Alessia Muliere
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