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L’origine delle invenzioni


Schumpeter distingue tra invenzione (atto che contribuisce al progresso tecnico: prodotto, processo, struttura o progetto) e innovazione (introduzione di nuovi processi o beni; è la realizzazione della nuova tecnologia nelle mani di chi la usa), con tempi abbastanza lunghi tra l’una e l’altra.
Tuttavia, Schmookler e altri dimostrano (con studi su periodi o su settori) che invenzioni e innovazioni sono spesso il risultato di un unico processo, mosso da particolari condizioni economiche (es.: rivoluzione industriale inglese, settore tessile: aumento della domanda di tessuti causò aumento della domanda di tessitori e spinse gli imprenditori a inventare nuove macchine; l’aumento della domanda dei tessuti provocò un aumento della domanda di filati, ecc.).
In linea generale dal diciannovesimo secolo si ebbero 2 tipi di invenzioni: realizzate da inventori indipendenti (più della metà delle invenzioni: radio, elicottero, titanio…) e da imprese operanti nei vari settori (televisione, illuminazione artificiale…), a cui si aggiunse, nel ventesimo secolo, la tendenza ad investire sistematicamente in R&S sia da parte delle imprese che dei Governi (soprattutto per le armi). Tuttavia, dopo la seconda guerra mondiale questa suddivisione netta venne a dissolversi con le scoperte più significative che avvengono solo in laboratorio, poiché servono mezzi sempre più sofisticati e risorse maggiori (che l’inventore indipendente non ha).

Tratto da TECNOLOGIA, PRODUZIONE E INNOVAZIONE di Moreno Marcucci
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