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James Thompson: novità e continuità


1) Thompson non riconosce nell’ambiente esterno la principale fonte delle incertezze; riconosce che all’interno delle organizzazioni esistono disomogeneità perché le loro varie componenti sono esposte in modo differente alle incertezze provenienti dall’ambiente.
2) La ricerca di Thompson si muove nell’assunto della razionalità limitata ma è anche un’integrazione del modello simoniano. All’interno della razionalità limitata però, non tutto agisce secondo logica; esiste un “nucleo duro” che opera secondo il principio di “razionalità tecnica” che ricerca risultati ottimali e non si accontenta dei risultati sufficienti.
3) Thompson accetta la teoria dei contributi- incentivi come principio generale che spiega il fenomeno organizzativo, ma lo integra con un’analisi delle logiche d’azione.
4) Egli studia le organizzazioni strumentali che inducono o costringono alla partecipazione; non considera le organizzazioni volontarie. Thompson effettua ricerche solo per le organizzazioni in cui la competizione economica impone di agire secondo schemi il più vicino possibile al modello della razionalità tecnica.

Tratto da STORIA DEL PENSIERO ORGANIZZATIVO di Priscilla Cavalieri
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