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La rivalutazione del Barocco nella critica italiana


Tutto ciò ebbe come conseguenza quella di suscitare una ripresa d’interesse per il Barocco al punto che intorno alla metà del secolo XX si condensarono molti scritti teorici da parte dei critici italiani (tra cui lo stesso Argan) che chiarirono in termini positivi e contribuirono alla complessiva rivalutazione di uno stile e di un periodo storico (ad es., nel 1954 si tenne a Venezia il III congresso internazionale di studi umanistici, Retorica e Barocco). Ma fu una rivalutazione in termini diversi da quella critica d’arte storicista tedesca (Burckhardt, Wolfinn ecc.) che tendeva a unificare sotto l’insegna del Barocco tutte le manifestazioni artistiche che ebbero luogo dallo scadere del Rinascimento all’inizio della reazione neoclassica, con i limiti cronologici piuttosto precisi. E fu così che nacque l’uso di chiamare Barocco tutto quanto cadeva entro quei limiti di tempo (barocco quindi Caravaggio, Annibale Caracci, ecc.). La tendenza della critica italiana (ad es. Grassi) era quindi di distinguere all’interno del ‘600 fra arte barocca e quella che barocca non era – come nel caso di Caravaggio, Poussin, Reni – di individuare le matrici di quell’arte, in quella veneta del ‘500 e soprattutto Rubens; e di indicare la generazione del 1630 come quella barocca – Bernini, Borromini, Pietro da Cortona – che raccoglieva l’eredità spirituale del passato e la rielaborava in una ricchezza di forme, movimento e pathos tipico di quell’arte. È necessario inoltre distinguere barocco dal barocchismo inteso come facile diffusione virtuosistica di alcuni caratteri propri dell’arte barocca ripetuti in formule e svuotati di significato. È possibile cioè ritrovare in altre manifestazioni figurative del ‘600 nuovi e vitali motivi più segreti e ascosti senza per questo giungere all’identificazione di Barocco e Seicento perché un periodo in cui sono manifeste diverse compresenze. Diversamente la critica spagnola, personificata dal D’Ors, i cui scritti vennero diffusi in Italia dall’Anceschi, Barocco era un categoria storica che si opponeva al Classico e collocata tra il Rinascimento e l’Illuminismo.

Tratto da STORIA DELLA CRITICA D'ARTE di Alessia Muliere
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