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L'ordinamento giuridico in Cina

L'ordinamento giuridico in Cina


Religione

Una delle prime azioni compiute dal Partito comunista cinese (prese il controllo della Cina) dopo il 1949, fu l'eliminazione ufficiale della religione di stato. Da metà di questo secolo la Cina si aprì ai modelli occidentali. In precedenza i credo dominanti erano il confucianesimo, il taoismo e il buddhismo, seguiti dal cristianesimo e dall'Islam; la maggior parte dei templi e delle scuole appartenenti a tali religioni furono trasformati in edifici civili. Con la Costituzione del 1978, tuttavia, fu dato nuovamente assenso ufficiale alla divulgazione e alla pratica religiose, nonostante si siano precisati gli stessi diritti anche per quanto riguarda l'ateismo.
In Cina, confucianesimo e taoismo costituiscono di fatto vere e proprie filosofie, arricchite da motivi rituali e cosmogonici. Confucio e i suoi discepoli non tenevano gli dei in grande considerazione e si occuparono prevalentemente degli aspetti morali e pratici della vita.
 Fin dai tempi più antichi, la religione cinese consisteva sia nella venerazione di un pantheon di divinità capeggiate da Shang Di ("il Signore dei cieli") sia nel culto degli antenati, con l'offerta rituale di cibo e vino e le cerimonie sacrificali in onore degli antenati delle dinastie regnanti Shang e Zhou: indispensabili alla sopravvivenza della dinastia.

Lo stesso messaggio di Confucio, il fondatore del confucianesimo che, con il taoismo, costituisce la fase “moderna” della religione cinese, non è in fondo che un corpo di norme di comportamento (li), seguendo le quali l'uomo può inserirsi nell'armonia dell'universo, superando così i limiti della propria effimera esistenza terrena. Culto degli antenati, simbolismo e ritualità del comportamento sono i principi informatori della religione cinese. Sono questi principi che la caratterizzano al di là delle forme contingenti che cambiano col passare del tempo.
Le contestazioni devono essere rivolte soprattutto in base al Ching (sentimento di umanità), poi in base al li (rito, cerimonia), poi secondo il lii (ragione e infine secondo il fa (diritto, legge).
Li: norme di vita associativa che una tradizione ha fissato per una pacifica convivenza; il cittadino che invochi il fa in contrasto con il li si espone ad una riprovazione da parte della pubblica opinione e potrebbe perdere il proprio diritto.
Fen: principio di differenziazione, giustizia distributiva. Deve garantire e perpetuare le diversità di posizione dei vari soggetti.
L'imperatore è a capo della società; il precedente è utilizzato per ricavare regole utili da seguire in futuro. Ad attuare li e fen ci pensa il fa, a cui sottostà anche l'imperatore. Altra fonte molto importante è la consuetudine, insieme alla giurisprudenza. La dottrina non era un formante molto importante.

Ordinamento dello stato

La Repubblica popolare cinese si regge su una Costituzione promulgata nel 1982, la quarta dopo l'avvento del regime comunista (le altre tre furono redatte nel 1954, nel 1975 e nel 1978). L'Assemblea nazionale del popolo è l'organo con i maggiori poteri; i suoi membri (che devono appartenere al Partito comunista o essere da esso approvati) sono eletti attraverso elezioni indirette. Questa rappresenta il potere legislativo e ha la facoltà di apportare modifiche alla Costituzione, stabilire i piani economici e approvare i bilanci dello stato.
A partire dal 1978 il paese si è impegnato ad adeguare il proprio ai sistemi dei paesi occidentali attuando molte riforme e leggi hanno regolato materie importanti come famiglia, successioni, contratti. Introduzione di nuovi codici.
Dal 1982, i cinesi hanno acquisito il diritto ad avere una difesa legale. Attualmente l'organo più alto è la Corte popolare suprema, che garantisce il rispetto della Costituzione e delle leggi promulgate dal governo.

L'ascesa del Partito comunista

Delusi dal cinismo mostrato dalle potenze occidentali, i cinesi rivolsero la loro attenzione all'Unione Sovietica, rappresentata in patria dal Partito comunista cinese, fondato nel 1921 e che contava tra i suoi primi membri Mao Zedong.
Nel 1945, subito dopo la resa del Giappone, la guerra civile riprese, nonostante tentativi di mediazione. Nel 1948 l'iniziativa militare passò ai comunisti, e nell'estate del 1949 la resistenza nazionalista crollò. Nel 1949 veniva proclamata ufficialmente la Repubblica popolare cinese.
Il nuovo regime, imperniato sui principi del Partito comunista cinese e del maoismo, diede vita a una struttura di governo fortemente centralizzata.
Obiettivo prioritario del nuovo regime fu la trasformazione della Cina in una società socialista. La situazione peggiorò nel 1960 con la sospensione dell'assistenza economica e tecnica da parte dell'Unione Sovietica. Tra le due potenze comuniste erano infatti emersi contrasti ideologici; Pechino iniziò a proporre apertamente la propria leadership come alternativa a quella sovietica nel mondo comunista, puntando soprattutto a ottenere consensi tra i paesi non allineati. Tuttavia, i conflitti scoppiati nello stesso periodo non facilitarono questa politica: nel 1959 truppe cinesi occuparono territori appartenenti all'India; i negoziati che seguirono si rivelarono inconcludenti, e le ostilità ripresero nel 1962 quando, nuovamente, forze cinesi violarono le frontiere indiane.

Tratto da DIRITTO PRIVATO COMPARATO di Beatrice Cruccolini
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