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Amare il giusto


Merrick entra in casa di Treves restandone subito ammirato per la cura dell’ammobiliamento. Anne, la moglie di Treves, scende le scale e viene improvvisamente presentata al paziente di suo marito (gira l’angolo per entrare in soggiorno e si trova Merrick di fronte); ne è molto scossa, anche se cerca di camuffare la reazione compulsiva pietrificandosi. A sua volta, Merrick si mostra stordito dalla bellezza della donna, e cede all’emozione, commuovendosi. Ne esplicita la motivazione con grande sincerità: non è abituato ad essere trattato così bene da una così bella signora.
Lasciata sola, Anne abbassa gli occhi, come aveva fatto Merrick vinto dall’emozione.
La sottosequenza successiva (202) ci mostra i tre seduti a prendere il tè. La compostezza di Merrick contrasta con i rumori che inevitabilmente produce per la difficoltosa deglutizione. Ringrazia i Treves e controbilancia il pianto prima esibito con la dichiarazione della sua felicità di essere lì con loro. Si scusa letteralmente di “avere dato spettacolo di sé”: l’affermazione entra in risonanza contrastiva con tutte le volte che Merrick ha dovuto dare spettacolo di sé suo malgrado, ma ribadisce l’isotopia teatrale e il destino della sua immagine.
Il commento di Anne, a cui la foto viene porta, è che la madre di Merrick è bellissima (anzi, le scappa un commento quasi antifrastico: “[ha partorito un mostro] ma ... lei è bella”). Per Merrick la madre ha il volto di un angelo, ma poi soggiunge: “Devo essere stata una grande delusione per lei”. Anne cerca di confortarlo (“Un figlio affettuoso come lei non può essere una delusione”). Merrick si rammarica che la madre non lo possa vedere ora, assieme ad amici così meravigliosi; allora forse potrebbe amarlo così com’è: “Ho tanto cercato di essere un bravo figlio”.
Queste frasi divengono per Anne emotivamente insostenibili: ritorna in gioco l’illiceità del loro essere “meravigliosi” al cospetto. di Merrick, ma è soprattutto la risonanza paradigmatica tra la madre di Merrick e Anne come madre a condurla verso un’intensificazione emotiva non più gestibile. Anne può raccontarsi di poter sostenere un tè in compagnia di Merrick, ma potrebbe davvero rispondere al suo affetto se ne fosse la madre? Nel suo pianto non vi è il microdramma riflesso della tragedia di una madre che abbandona un figlio di cui non riesce a sostenere la vista nonché il peso di averlo partorito? Merrick è una possibilità destinale mancata che rivela la difettività e il carattere condizionale dei propri affetti.

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