Classi di spettatori
Classi di spettatori
Uno stacco secco ci immette nella sequenza successiva; lo spostamento spaziotemporale nel bel mezzo di un teatro, dove è in corso un’opera, pare di primo acchito affatto disorientante. Tuttavia, è proprio a teatro dove ha libero gioco l’immaginazione, dove al vetro della finestra da cui guarda Carr Gomm (nella seq. precedente) si sostituisce la linea di demarcazione finzionale del palcoscenico e dove ogni tragedia figurativa resta fortunatamente controvertibile. Per di più, il teatro ha un pubblico diverso dalle fiere, prefigurando una traslazione nell’infausto e indesiderato destino “scenico” di Merrick: divenire preda dello sguardo avec lunettes di aristocratici, alto borghesi e benpensanti. A sancire la sostituzione del pubblico che Merrick “si merita”, è un medium borghese come il giornale: è infatti su un quotidiano che l’attrice Madge Kendalliegge della vicenda dell’Uomo Elefante, o meglio, ora, di John Merrick, gentleman dall’aspetto terrificante ma dall’intelligenza superiore e dalla mente raffinata (così almeno recita il giornale).
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