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Le anamorfosi discorsive di Lost Highway


Qualche premessa è d’obbligo per la ricostruzione interpretativa che segue. Lost Highway non rappresenta certo una sorta di parallelo cinematografico rispetto al Klavierstuck 11 di Stockhausen; vale a dire, non è uno spartito che è possibile eseguire partendo da qualsiasi punto del pentagramma (della sceneggiatura). Lost Highway ha una sola versione esecutiva e la sua manifestazione resta la medesima lungo tutte le fruizioni. Eppure, sul piano dell’enunciato, la vicenda narrata si presenta come una continua messa in variazione della sceneggiatura di un’esistenza, a tal punto che il suo senso pare modificarsi in ragione dei diversi punti d’attacco esecutivo (rimemorativo) che di volta in volta si trascelgono.
Abbiamo scelto allora di stendere una interpretazione del film che preservasse questo smarrimento dentro le stesse spiegazioni che essa tenta di ritrovare. In controluce, sperabilmente, il lettore potrà riconoscere un’approfondita analisi preliminare che ha guidato la scelta di un punto di attacco per poi partire con l’esecuzione di una interpretazione a rotta di collo. Lost Highway ha diversi “copioni”, diverse storie al suo interno che intrattengono degli elementi simmetrici contemporaneamente ad altri asimmetrici, indicando con ciò delle anamorfosi discorsive che fungono da rilancio di una forma di vita patologica, o se si vuole semplicemente paralogica perché perturbata da eventi e atti che difficilmente riescono ad essere accettati. La sfida estetica posta dal testo non è risolta riducendolo a rebus; ad essa si risponde cercando di saturare più elementi testuali possibili. In tal prospettiva si è tranquillamente affrontato il rischio di una sovrainterpretazione, inseguendo una sorta di virtuosismo interpretativo di risposta. Peraltro, al lettore non sfuggirà come le conclusioni a cui il presente saggio perviene si prestano ad essere riformulate in maniera piana e ristrutturata, per quanto passibili di falsificazioni (via analisi testuale). Inoltre, il cinema lynchiano insegna qui come la narratività sia esattamente un’epistemologia della significazione che va ben al di là della concatenazione causale di eventi; essa si presta piuttosto a suturare dei blanks motivazionali e degli ammanchi di senso lungo degli snodi esistenziali che risemantizzano, a partire dal presente, passato e futuro.

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