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L'interpretazione del provvedimento amministrativo

L'interpretazione del provvedimento amministrativo


Interpretare il provvedimento è conoscere in concreto quanto è stato provveduto.
Estranea all'interpretazione è ogni finalità di riesame del provvedimento: il processo ermeneutico non si incardina in un procedimento di secondo grado avente per oggetto l'atto da interpretare. Solo nell'ipotesi di interpretazione autentica questo potrà accadere.
L'interpretazione è un processo ermeneutico che trascende il riesame, il controllo, il sindacato giurisdizionale: anche quando si manifesta in esse, mantiene un'autonoma posizione rispetto al provvedimento di riesame, di controllo, alla sentenza del giudice amm.
Il vero problema è quello di concepire l'interpretazione del provvedimento nel suo senso più realistico e pragmatico, indipendentemente dal soggetto che la compie: una lettura che decodifica il provvedimento stesso, rivelandone il concreto precetto. Non esisterebbe per l'interpretazione del provv. uno "specifico giuridico" diverso da quello presente per l'interpretazione del contratto.
Sembrano superate le tesi tradizionali di coloro che ravvisano nell'interpretazione degli atti amm., e del provv. in particolare, una finalità qualificatoria dovuta alla tipicità dell'atto e una conseguente verifica della sua puntuale corrispondenza alla fattispecie legale prevista dalla norma.  
L'accertamento della validità del provvedimento è un momento certamente centrale per il riesame, non solo giudiziale, e per il sindacato giurisdizionale: non per l'interpretazione. Infatti la verifica della legittimità e del merito non è compito dell'interprete: questa è attività volta alla comprensione del significato precettivo decifrato nel provvedimento.
L'esternazione del provvedimento si traduce nel documento: oggi il provvedimento, più facilmente il semplice atto, potrebbe essere adottato in una forma elettronica mediante procedimenti decisionali computerizzati, sicché la sua interpretazione dovrebbe decodificare non già un testo di parole scritte ma un documento redatto in termini di linguaggio informatico. Il provvedimento dovrà essere comunemente letto non solo facendo riferimento al momento testuale della sua esternazione semantica: ma attraverso quel testo magari corredato da altri elementi extratestuali che ne rappresentano l'integrale documentazione cartacea, grafica o informatica.
Nella forma del documento confluisce quella parte strutturale e necessaria in quanto obbligatoria: la motivazione, elemento non ricorrente né nel negozio, né nel contratto. La lettura della motivazione, non presente negli atti amm. costituisce un indubbio dato differenziale per il provvedimento, proprio perché consente di avvicinare più facilmente la conoscenza di quello che dovrebbe essere in concreto il contenuto dell'atto.
Si tratta di interpretare in che cosa consista il regolamento precettivo degli interessi il cui assetto è stato determinato dall'amm. agente con la ponderazione valutativa degli stessi. Il contenuto non potrà venire inteso quale misura degli effetti del provvedimento, sicché si spiega la critica alla tesi di chi vede nell'interpretazione del provvedimento l'individuazione dei suoi effetti.
Il precetto contenuto nel provvedimento si limita a disporre un assetto autoritativo agli interessi ponderati congruamente dall'amm. domina nel procedimento di primo grado. Il carattere imperativo del provvedimento si mantiene inalterato malgrado la sempre più alta presenza del principio partecipativo che avvicina, specie nel caso degli accordi, l'interpretazione del provvedimento, all'interpretazione del contratto.

Tratto da DIRITTO AMMINISTRATIVO di Beatrice Cruccolini
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