L'interpretazione della norma giuridica
Interpretare una norma giuridica è un'operazione mentale univoca, sempre creativa che assume il carattere di rivelazione della verità.
Dall'ermeneutica ellenica si giunge all'interpretatio iuris, sublimata nella tradizione dei giureconsulti romani, i quali facevano uso della retorica (che coniuga la forma, verba, al suo contenuto, res).
Infatti nessun testo parla da solo: bisogna che qualcuno lo interroghi e l'interrogante è necessariamente l'interprete.
Tenendo presente il dato da interpretare, cioè l'atto amm., l'interprete si interroga sul significato, non solo semantico, della parola scritta impiegata per esternare il provv.: l'interpretazione si pone come analisi, né solo logica né solo grammaticale, del testo dell'atto, generalmente riassunto nella sua rappresentazione cartacea che è il documento.
La domanda e la conseguente risposta costituiscono l'interpretazione: il risultato ermeneutico non è nella nuda lettera del testo giuridico, ma si collega all'attività creativa dell'interprete, attività fondamentale per l'applicazione in concreto del diritto.
L'interprete cercherà l'id quod actum est in quel providere che in concreto è stato realizzato dall'amm. agente.
Il senso delle parole scritte, dei singoli verba o dell'insieme di essi, non risulta necessariamente sempre certo, dal momento che l'epistemologia giuridica non è considerata un linguaggio scientifico di tipo convenzionale.
Da qui discende la necessità di individuare dei criteri ermeneutici, previsti dal diritto positivo per l'interpretazione della legge e del negozio giuridico, nella loro possibile adattabilità, quali mezzi interpretativi , all'interpretazione dell'atto e del provv. amm. Saranno questi mezzi, collocabili in una sorta di successione gerarchica, ad essere utilizzati dall'interprete per ottenere quelle risposte alle sue domande di conoscenza del testo.
Infine l'interpretazione deve anche essere considerata come esito della operazione interpretativa: cioè come risultato.
La distinzione, presente in letteratura, tra norme sull'interpretazione e norme interpretative, appare artificiosa: le prime regolano l'operazione ermeneutica, le seconde, prevedono i mezzi di interpretazione da impiegare per sperare il significato ancora rimasto dubbio.
Il fenomeno dell'interpretazione presenta una struttura ed una finalità univoche, non scomponibili.
In assoluto non esiste una norma giuridica talmente chiara da non
necessitare di essere interpretata. Senza interpretazione, dunque,
appare impossibile verificare se la norma sia chiara o meno.
Identica argomentazione deve essere condotta con riferimento al negozio giuridico e all'atto amministrativo.
La
teoria unitaria dell'interpretazione non impedisce che
l'interpretazione dell'atto amm. abbia un su specifico giuridico,
differente dall'interpretazione del negozio inter vivos o mortis causa.
Le
differenze dipendono dalle res e dai verba che costituiscono il testo
da interpretare. L'attenzione dell'interprete si è concentrata sulla
legge e sul negozio giuridico: l'interpretazione del negozio giuridico è
stata la pietra angolare su cui si è sviluppato il sistema
dell'ermeneutica del diritto. Buona parte della normativa che tende a
disciplinare il fenomeno interpretativo nasce in funzione del negozio e
del contratto, in cui la ricerca della voluntas comune, nella
contrapposizione degli interessi rappresentati dalle parti, ha da sempre
costituito l'obiettivo per il soggetto ermeneuta.
Ma anche la
conoscenza della mens del testatore ha poi fornito all'interprete quella
sottile analisi diretta all'individuazione dell'intenzione recondita
del legislatore coniugata all'indagine sul valore semantico del testo
normativo.
Le regole dirette dal secolare buon senso dei pratici per
l'interpretazione dei contratti e testamenti, ha costituito un
imponente cumulo di aforismi, dittèri.. che hanno contribuito per la
costruzione sistematica dell'interpretazione del negozio giuridico e poi
della legge.
Oggi assistiamo ad un'apparente inversione di questo ordine: la materia assegna ruolo primario all'interpretazione della legge.
Si
tratta di vedere come e perché questo significativo complesso di norme,
che prevede specifici mezzi interpretativi, possa trovare applicazione
anche con riferimento ai provv. e atti amm.
Si introduce così il tema
dell'interpretazione dell'atto amm. in termini sussidiari rispetto
l'interpretazione della norma e del negozio.
In dottrina, tranne alcune pregevoli eccezioni, l'interpretazione dell'atto amm. è argomento che ha suscitato scarso interesse.
Occorre
attendere gli anni '40 del nostro secolo affinché in letteratura il
tema venga affrontato, senza relegalo in posizioni marginali. Allo
stesso modo, anche la giurisprudenza ha fornito un suo contributo.
In
questo sistema unitario dell'interpretazione della legge e del negozio
giuridico, si ha ragione di ritenere che debba essere ricondotta, pur
mantenendo il suo specifico giuridico, l'interpretazione lei
provvedimenti e atti amministrativi.
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Dettagli appunto:
-
Autore:
Beatrice Cruccolini
[Visita la sua tesi: "La commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori"]
- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto amministrativo
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