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Cultura umanistico-rinascimentale




Innanzitutto il processo di laicizzazione che investì la cultura in tutti i suoi aspetti: si abbandono il sapere enciclopedico proprio del medioevo e si sviluppò la figura dell’uomo universale simbolo dell’uomo di cultura del Rinascimento che ha smarrito i confini dei vari campi del sapere e del fare ed è diventato ora filosofo, ora fisico, ora astronomo, ora storico moralista. Le discipline vennero via via distaccandosi dall’ordine enciclopedico del sapere, affermando progressivamente la loro autonomia dalla teologia e dalla metafisica scolastica. Ed è in questo contesto di nuova ricerca che inserita quella riscoperta della classicità e quell’apprezzamento dei valori antichi che sono caratteristica della civiltà umanistica. Tutti gli antichi testi impolverati e rinchiusi nelle biblioteche medievali vennero recuperati e reinterpretati sotto una luce nuova, uscendo dai soffocanti commenti della cultura medievale e trasformando quindi in maniera profonda lo spirito con il quale la civiltà medievale li aveva studiati e interpretati. Verso il passato l’Umanesimo assunse, per la prima volta, un’autentica prospettiva storica, volta a comprendere le opere antiche situandole nel loro tempo. È per questo motivo che si sviluppano gli studi filologici atti a penetrare il significato profondo dei testi partendo dalla mentalità che li ha creati.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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