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Campanella rivoluzionario e utopista in "La città del sole"



Mentre a Napoli, in regime di proprietà privata, su trecentomila abitanti ne lavora uno su sei e l’ozio e la povertà devastano ogni sentimento morale, nella Città del sole, in regime di proprietà collettiva, ognuno ha il dovere di lavorare, nessuno potendo consumare senza produrre e la “robba non si stima perché ognuno ha quanto li bisogna”. Questa città del sole è governata dai filosofi (secondo un vecchio modello platonico). La posizione suprema è occupata dal “Metafisico”; egli è custode del bene generale. In un gradino più basso vi stanno gli officiali che si occupano di gestire le varie virtù e hanno il nome di magnanimità, libertà castità, fortezza ecc. I “solari” praticano il commercio e la manifattura e sviluppano una tecnica che permette con sole quattro ore di lavoro di soddisfare tutti i bisogni della comunità. La sessualità è scissa dalla procreazione: la prima è libera, la seconda stabilita dallo stato. La religione naturalistica professata in tale città si ispira al cristianesimo, ma vede nell’impegno civile il grado più alto di lode a Dio. Tale isola infine è pensata come una grande “scuola all’aperto” dove tutti insegnano a tutti e tutti imparano in ogni momento e stadio della loro vita. Lo stato fa della sapienza il fondamento della perfezione dell’uomo. si ottiene cos’ una integrale intellettualizzazione della società andando ben oltre il modello platonico.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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