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Ratio, "intelligere e comprehendere" in Abelardo



 Abelardo esalta molto la dialettica, incentrata nella questione dei rapporti fra voces e res (voces: parole, res: ciò che la parola vuol dire), poiché costituisce la stessa ratio. Per lui coltivando la dialettica si coltiva la ratio. Ecco che per Abelardo la ratio critica aveva un ruolo preponderante anche nella teologia. Tuttavia egli aveva ben chiaro il concetto di inattingibilità della natura divina e si proponeva quindi come obbiettivo non tanto la verità, ma quanto la verosimiglianza; cioè una cognizione accessibile all’umana ragione e non contraria alla Sacra Scrittura. Si introduce cosi una distanza fra intelligere e comprehendere: la ratio e la fides permettono l’intelligere, ma il comprehendere è dono esclusivo di Dio.

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
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