Adolescenti e insegnanti: quale relazione

Il ruolo che l’insegnante di studenti adolescenti è chiamato a svolgere non è certamente semplice.
Svolgere funzioni educative e formative con adolescenti richiede di essere consapevoli di ciò che essi stanno vivendo: del conflitto fra dipendenza ed autonomia in cui si muovono, dei compiti evolutivi a cui sono chiamati, orientati comunque alla conquista di un’identità e di un senso stabile del Sé. Complesso è riuscire a promuovere e a non intralciare il processo di crescita in atto, proponendosi anzi come adulti interlocutori validi e in grado di aiutare e rispondere ai bisogni non solo cognitivi che l’adolescente continuamente presenta. Complesso anche perché spesso gli adulti (insegnanti ma anche genitori) si sentono impreparati a svolgere ruoli educativi di difficile individuazione, in cui si è più spesso chiamati ad affrontare l’imprevisto che non l’usuale e in cui spesso le consuete categorie interpretative non aiutano a comprendere ciò che sta avvenendo.
Esemplificativo ditale disagio o difficoltà a consentire che le emozioni vengano trattate ed elaborate anche a scuola è il fenomeno del bullismo, che negli ultimi anni ha trovato dentro la scuola e in ordini di scuola sempre più precoci una preoccupante diffusione che merita attenzione e analisi.
Il coinvolgimento dell’insegnante dovrebbe andare oltre lo “statuto di studente”, considerando l’alunno in quanto persona, scindendo le sue capacità scolastiche e appropriandosi di un
ruolo educativo “a tutto tondo”. Si assiste invece spesso alla tendenza negli insegnanti a non tenere nella giusta considerazione l’aspetto relazionale ed affettivo, non identificando nella scuola l’occasione di essere alternativa di esperienze relazionali significative su cui fondare almeno in parte il proprio percorso identitario.