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Scienza profana e sapienza cristiana in Pier Damiani


Pier Damiani: la distinzione tra scienza profana e sapienza cristiana e il rapporto di entrambe con la ragione sono temi centrali anche nella riflessione di Pier Damiani. I toni che egli utilizza nel suo de sancta simplicitate sono talmente polemici che sembrano addurre ad un’ostilità totale verso la filosofia. In realtà i tratta solo della netta distinzione tra fede e discipline profane. Esiste infatti secondo D. una disciplina che risana il cuore e le menti e una che non ha permesso a tanti uomini di godere dei beni desiderati. L’opuscolo allora non va considerato come una condanna alla filosofia, ma piuttosto come una esortazione alla vita monastica fatta di preghiera e vera sapienza, donata dalle sacre Scritture. La scienza profana, i origine pagana, è quella scienza che inebria le menti fino a portarle alla pazzia e alla perdizione del proprio spirito. Tale allontanamento dal sapere profano è legato alla convinzione che la sapienza non si acquista razionalmente; ciò però non permette che egli rifiuti completamente la ragionevolezza teologica ma fa si che egli come i suoi contemporanei precisi i termini entro i quali la ricerca razionale deve muoversi e il limite oltre il quale la ratio non deve andare. Quando parliamo di ragionevolezza quindi, nel caso di Damiani come in quello di Lanfranco, facciamo riferimento alla capacità di un uomo religioso di cogliere il senso e la non a-razionalità delle verità di fede, la quale rimane anche di fronte a contraddizioni la fonte di verità.

Tratto da LA DOTTRINA DEI TEOLOGI di Carlo Cilia
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