La scala per le carte topografiche
È quel rapporto di riduzione che definisce la carta come ridotta. La scala può essere indicata con i numeri e il simbolo della divisione (numerica), oppure con un segmento, con suddivioni interne, alle quali corrispondono i valori di distanze reali, espressi di solito in chilometri (scala grafica). La scala grafica è preferibile alla scala numerica, quando l'originale di una carta viene stampato in formato ridotto, perché la scala numerica rimarrebbe identica nella stampa, mentre quella grafica subirebbe la stessa riduzione dell'originale. La scala numerica può anche essere indicata con il simbolo di frazione: 1/10.000, che sta a significare di quante volte una misura di lunghezza lineare è stata ridotta nel disegno della carta: 1:10.000 significa che una unità di misura sulla carta corrisponde a 10.000 volte quella stessa unità di misura sul terreno. Per la scala grafica si adopera il compasso e si riporta sul segmento la misura in scala della distanza, della quale si vuole conoscere la misura reale. Si può utilizzare anche una striscia di carta, nel caso la distanza da misurare sia dritta, mentre invece se dovessimo misurare un tratto di fiume o di strada, si dovrebbe ricorrere a un filo bagnato, che riproduca esattamente anche le anse e le curve, oppure si può usare il curvimetro.
Se nella carta non ci fosse nessun tipo di scala, si fa ricorso alla formula S= L: l (S=scala; L=lunghezza reale; l=lunghezza ridotta). Si può anche misurare la distanza tra due paralleli, dal momento che la distanza lineare di 1° di meridiano, compreso tra due paralleli intervallati di 1°, è di 111,121 km, corrispondenti a 11.112.100 cm. In altri casi si possoo utilizzare le formule inverse della scala. La scala esprime solo rapporti tra lunghezze lineari. Nel caso volessimo conoscere valori areali nella realtà, noti quelli in scala, dovremmo moltiplicare questi ultimi per il quadrato della scala; la formula diventa L2=S2*l2 . Per calcolare la superficie di un territorio sulla carta, occorre usare il planimetro facendo una media dei vari risultati ottenuti.
Oltre quelli della scala numerica e della scala grafica semplice, esistono altri sistemi di indicazione della scala, come quello di 1 pollice per un miglio usato nelle carte inglesi, o quelli di una linea per 100 rese, nelle vecchie carte francesi e austriache. In questi casi il rapporto non è tra due identiche unità di misura, ma tra due diverse, una valida per la carta e l'altra per le dimensioni reali. Anche la scala grafica può essere espressa in modo diverso, come avviene nella scala ticonica, mediante la quale è possibile valutare visivamente amche i valori intermedi della scala grafica. Si costruisce tracciando, per ogni segmento di cui è formata, un numero di parallele pari al valore corrispondente; poi si disegnano delle verticali sulle parallele, in modo da formare una quadrettatura; infine si uniscono con linee oblique, dall'alto in basso, i punti di inizio con quelli finali di ciascuna divisione interna. In questo modo si potrà conoscere la distanza reale tra due punti, con anche le misure intermedie: basta vedere su quale parallela la distanza da valutare nella realtà ricade.
La scala spesso non permette di conoscere con precisione le distanze reali tra due punti per due motivi fondamentali: il primo è topografico, poiché la carta è disegnata in piano, e quindi presenta deformazioni per la riduzione in piano della superficie terrestre e un accorciamento per il fatto che i punti sulla Terra non giacciono tutti su uno stesso piano, ma ad altitudini diverse; il secondo riguarda il tipo di proiezione cartografica, perché l'equidistanza è una proprietà che si può ottenere solo lungo determinate linee e non su tutta la carta. Per cui la scala non è la stessa in tutti i punti.
Normalmente una carta si definisce a grande, media e piccola scala: tanto più grande è il denominatore, tanto più piccola è la scala. Le carte a grande scala riproducono una grande quantità di particolari e comportano minime deformazioni, ma non consentono confronti tra fenomeni comparabili in aree lontane.
a) carte a grandissima scala: sono le planimetrie, le piante di città e la mappe catastali, hanno scala maggiore di 1:10.000, possono essere anche a scala enorme (1:200 o 1:100, come le planimetrie con molti dettagli; 1:2.000, 1:1.500 o 1:1.000, per le mappe catastali);
b) carte a grande scala: sono le carte topografiche, con scala compresa tra 1:100.000 e 1:10.000;
c) carte a media scala: sono le carte corografiche, che raffigurano regioni e territori anche abbastanza estesi, come Stati interi, con scala tra 1:1.000.000 e 1:200.000; rientrano in questa categoria anche le carte itinerarie e le carte turistiche, dove viene dato il massimo risalto alle vie di comunicazione;
d) carte a piccola e piccolissima scala: sono le carte generali e le carte geografiche nel senso stretto, con scale inferiori al milionesimo.
Naturalmente questa distinzione non è rigida, perché i confini tra un tipo e l'altro non sono spesso individuabili dai valori numerici della scala, ma dalle finalità della carte stesse.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Elisabetta Pintus
[Visita la sua tesi: "L'individuazione di nuovi segmenti turistici: ''il turismo danzante''"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
- Corso: Marketing
- Esame: Geografia e Cartografia
- Docente: Cosimo Palagiano, Angela Asole, Gabriella Arena
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