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Le caratteristiche della sentenza in Common Law : esempio di frustration of contract


Per cui il primo problema con cui si confronta il giurista inglese per individuare la regola, posto che la fonte principale è la giurisprudenza sulla base della regola del precedente, è individuare il case in termini. Ma ciò non basta, individuato il case, si ha di fronte una sentenza. La sentenza del giudice inglese riporta alla fine il dispositivo e nel corpo la motivazione (distinzione che si trova anche nelle sentenze di civil law).
Il dispositivo è la parte nella quale il giudice dà la soluzione della controversia, dice ciò che le parti devono o non devono fare.
La motivazione invece è la parte della sentenza in cui il giudice illustra le argomentazioni che lo portano a decidere in quel modo. In Italia, nella motivazione troviamo riferimenti di tipo codicistico, in Inghilterra invece il giudice si chiede, ripercorrendo i precedenti, come si arrivi a quella soluzione. Nella motivazione può accadere che il giudice non si limiti ad enunziare in modo puntuale solo le argomentazioni che strettamente conducano a quella soluzione, ma può essere che si abbandoni a delle divagazioni.

Un esempio di frustration of contract

In Inghilterra, a partire dalla metà del XIX sec., si fa strada il principio in base al quale chi non esegue una prestazione contrattuale perché divenuta impossibile non si macchia di inadempimento contrattuale (breaching of contract), e di conseguenza non deve risarcire il danno. Questo istituto va sotto il nome di frustration of contract. E' una regola che prende  piede da un certo punto in avanti sulla base di una serie di cases. Pertanto oggi se un soggetto non adempie ad un contratto divenuto impossibile non è responsabile. Se la contoparte agisce nei suoi confronti pretendendo il risarcimento del danno, il soggetto inadempiente può addurre che l'adempimento è impossibile per impossibilità sopravvenuta. Ecco allora che la corte dice che: il soggetto ha stipulato un contratto, il soggetto avrebbe dovuto adempiere, la prestazione è divenuta impossibile, i case ritengono che il debitore che non adempie per impossibilità sopravvenuta della prestazione non è responsabile per i danni cagionati alla controparte, e di conseguenza assolvo il debitore che non ha eseguito la prestazione dalla richiesta della controparte per il risarcimento dei danni.
Questa è la struttura di una sentenza su quel particolare caso. L'iter argomentativo è il seguente: il fatto, la citazione dei cases con l'individuazione della regola, la decisione.
Può però anche accadere che il giudice si abbandoni a delle argomentazioni ulteriori: “il debitore non ha eseguito perché la prestazione è divenuta impossibile, i cases a partire dal case paradyne stabiliscono che colui che non adempie per impossibilità sopravvenuta non è responsabile. Quindi assolvo il debitore. Però, se il debitore non avesse adempiuto non perché la prestazione sia diventata impossibile ma perché diventata eccessivamente onerosa, anche in questo caso il debitore avrebbe avuto diritto quanto meno ad una riduzione della prestazione originariamente prevista”.
Una sentenza di questo genere, ipotetica, andrebbe contro quella regola in base alla quale l'impossibilità della prestazione rileva, ma non rileva l'eccessiva onerosità nel caso in questione. L'ipotesi tuttavia è esposta attraverso un sentiero laterale per cui il giudice immagina un caso diverso da quello che ha da giudicare.
La serie argomentativa strettamente necessaria per la soluzione del caso è chiamata dai giuristi inglesi “ratio decidendi”(= ragione del decidere). La serie argomentativa cui il giudice si abbandona, ma che non è strettamente necessaria per risolvere il caso (es. l'ipotesi nel caso di eccessiva onerosità sopravvenuta) è chiamata obiter dicta.
Una volta trovato il case in termini, ha valore vincolante solo la ratio decidendi, e non gli eventuali obiter dicta, i quali hanno semplicemente valore persuasivo, se il giudice di grado inferiore non li rispetta non commette alto tradimento.
Il giurista inglese quindi, nel momento in cui interpreta, ha di fronte a sé questo problema: trovare il case in termini, e una volta individuato tale caso distinguere la ratio decidendi dall'obiter dicta, attraverso lo strumento che gli inglesi chiamano “tecnica del distinguishing”.

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