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Progetti di discipline uniformi in materia contrattuale

Norme generalizzate a fronteggiare gli abusi di debolezza compaiono anche in progetti di discipline uniformi. Ci sono alcune commissioni a livello internazionale che stanno lavorando per creare delle regole uguali da applicare in materia contrattuale. I due progetti più importanti sono:
principi unidroit: sono regole in materia di contratto elaborate da un ente privato con sede a Roma, che rappresentano una sorta di precipitato di quelle che sono le soluzioni più innovative proposte dalla dottrina con riferimento ai contratti internazionali. Queste regole diventano vincolanti nel momento in cui le parti contrattuali, nel contratto, stabiliscono di utilizzarle per la regolazione del negozio giuridico. I principi unidroit sono importanti perché rappresentano una sorta di “cartina tornasole” dello stato attuale del diritto. All'interno di questi principi troviamo un articolo, il 3.10, intitolato “eccessivo squilibrio”, che prevede che una parte possa annullare il contratto o una singola clausola di esso allorché dal momento della sua conclusione il contratto attribuisca all'altra parte un vantaggio eccessivo ed ingiustificato, e se ricorrono determinate circostanze di tipo soggettivo (stato di dipendenza o di bisogno di una parte, imperizia, ignoranza, mancanza di abilità contrattuale).
principi Lando: sono principi, altrimenti detti “principi per un diritto europeo dei contratti”, realizzati da una commissione capeggiata da un professore danese di nome Lando. In questi principi troviamo un articolo, il 4.109, rubricato “beneficio eccessivo o vantaggio iniquo”. Questo articolo stabilisce che una parte possa richiedere l'annullamento del contratto se al momento della conclusione di esso versava in una situazione di dipendenza, in stato di bisogno economico o aveva necessità urgenti, era affetta da sprovvedutezza, ignoranza, inesperienza, o non aveva l'accortezza necessaria a contrattare; e l'altra parte sapeva o avrebbe dovuto sapere di trarre dal contratto un beneficio eccessivo o un vantaggio iniquo. Abbiamo quindi una serie di circostanze oggettive (una parte in condizioni di inferiorità), una circostanza soggettiva dell'agente (una parte che sa dello stato di inferiorità della controparte che ne approfitta per spuntare un contratto capestro). Una regola simile si trova nel codice civile olandese, recentemente rielaborato (1998).

Quali le indicazioni che cogliamo da questa evoluzione?
Intanto, le regole elencate introducono sostanzialmente dei limiti alla libertà contrattuale per proteggere un soggetto in condizioni di inferiorità in un mondo, quello degli scambi commerciali, tradizionalmente dominato da un ampissimo riconoscimento dell'autonomia privata.
Emerge in altre parole una figura nuova, quella dell'imprenditore debole. La portata innovativa è notevole.
In Italia fino a poco tempo fa, e lo dice chiaramente la sentenza della corte costituzionale illustrata, gli imprenditori erano considerati nei rapporti fra di loro in linea di massima soggetti posti su un piano di parità per via della loro competenza; il criterio dimensionale contava unicamente ai fini dell'individuazione del piccolo imprenditore. Oggi accanto al piccolo imprenditore è venuto ad affiancarsi l'imprenditore debole, soggetto destinatario di una rete di tutela.
Ma il tema della protezione del piccolo imprenditore si inserisce a pieno titolo nel più generale dibattito in ordine alla scelta degli strumenti da utilizzare per combattere il contratto ingiusto.
Combattere il contratto ingiusto significa ovviamente tutelare il soggetto debole, che nel contratto ingiusto risulta essere la parte vessata. Abbiamo due possibilità:
intervenire imperativamente prevedendo un determinato contenuto del contratto: questo è l'approccio volto a predeterminare dal punto di vista sostanziale il contenuto del contratto;
intervenire cercando di assicurare ad ogni contraente la possibilità di esprimere un consenso libero o peraltro informato. Le conseguenze dell'espressione di questo consenso possono essere le più disparate se un soggetto esprime un consenso libero, informato e ponderato può concludere qualsiasi contratto lui voglia; è libero anche di accettare un contratto squilibrato. Questo approccio risulta più rispettoso dell'autodeterminazione delle parti.

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