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Maria Montessori a Milano

Nella “Casa dei bambini” lo spazio domestico diventa spazio istituzionale (valenza estetica degli ambienti, cura delle relazioni umane, ecc.): dal banco rigido e fisso, spesso disposto a gradinate, ad un uso pedagogico degli arredi.
La Casa dei Bambini viene realizzata all’interno dell’opera di ristrutturazione edilizia del quartiere di San Lorenzo: inaugurazione il 6 gennaio del 1907 al pianterreno di un caseggiato.
La sperimentazione della Casa dei Bambini: un successo nell’arco di pochi mesi in quanto Montessori riesce a trasformare un comune asilo, nato appositamente per evitare che i bambini deturpassero gli edifici, in un luogo creato invece appositamente per loro.
Il ruolo della maestra-direttrice: spirito scientifico e missionario insieme. Come scrive Montessori nel Metodo della pedagogia scientifica (1909), per la riuscita dell’intera operazione era fondamentale coinvolgere le madri, le quali potevano liberamente accedere alla Casa dei Bambini, in ogni momento della giornata, per osservare l’attività dei loro figli (previsto anche almeno un incontro settimanale con la direttrice ed il medico).
La “carta biografica”: saper osservare la vita del bambino e i suoi progressi, nel clima di libertà della Casa dei Bambini. La direttrice doveva inoltre saper trarre dalle conversazioni con le madri importanti notizie «come la cultura dei genitori, le loro abitudini, i guadagni, le spese, ecc»
soglia dell’intervento:   La direttrice deve acquisire  la capacità di imparare ad osservare, non più esercitando un controllo invasivo e giudicante sul bambino, bensì effettuando un continuo controllo su di sé, sulle proprie emozioni, stati d’animo, atteggiamenti.
La Casa dei Bambini divenne così in pochi mesi il centro vivificante dell’intera operazione di riqualificazione urbanistica del quartiere romano

Maria Montessori sperimenta l’idea che il bambino da soggetto di tutela possa diventare il protagonista del cambiamento dell’adulto: “il bambino è il padre dell’uomo”.
A San Lorenzo viene scoperta la strategia della «libera scelta»  del materiale strutturato: “Io stavo facendo le mie prime prove nell’applicare i principi e parte del materiale che mi erano serviti molti anni prima all’educazione dei bambini deficienti, sopra i piccoli normali di S. Lorenzo, quando mi accadde di osservare una bambina di circa tre anni, che rimaneva profondamente assorta sopra un incastro solido, sfilando e infilando i cilindretti di legno nei loro posti rispettivi; l’espressione della bambina era di una sì intensa attenzione che mi sembrò quella una manifestazione straordinaria. Ciò faceva pensare alla vita dell’uomo che può restare dispersa tra cosa e cosa, in uno stato inferiore di caos, fin che una cosa speciale intensamente l’attrae, la fissa, e allora l’uomo ha la rilevazione di se stesso sente di cominciare a vivere” (L’autoeducazione).

Tratto da STORIA DELLE TEORIE DELL'INFANZIA di Selma Aslaoui
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