Il cuoco, il ronzino, lo sparviere e la porchetta
Ghirardacci dice che al momento dell’istituzione del palio si stabilì una strana cerimonia che aveva come protagonista il cuoco di Palazzo. Il cuoco doveva percorrere a cavallo la strada ove si sarebbe svoltala corsa del palio reggendo uno sparviero con la mano destra e una porchetta infilata in uno spiedo con la mano sinistra.
Si suppone che questa cerimonia ha la funzione di mostrare al pubblico i premi della corsa in quanto sono il cavallo, lo sparviere e la porchetta i premi per i vincitori.
Ghirardacci indica fra i premi anche un carniero e baracagna o bastone attaccato all’arcione. L’insieme dei premi costituiva un’attrezzatura da caccia.
La cerimonia del cuoco rappresenta il passaggio di un cacciatore. Un aspetto fondamentale è la componente comico-carnevalesca che non era solo della cultura popolare ma della produzione culturale nel suo complesso.
Oggetto di riso erano gli elementi più sacri ed intoccabili come segno di autorità e di potere. Questi alti della cultura venivano associati ad immagini relative alla sfera del basso materiale-corporeo e collegati ad animali umili.
Nella cerimonia nel cuoco ci sono due figure :
- Il cuoco di Palazzo =il primo dei servi
- Il ronzino =l’ultimo dei cavalli
La figura del cuoco è un intento comico per abbassare e mettere in ridicolo un simbolo della cultura : il cacciatore associandolo ad un mestiere di tipo servile. Quindi il percorso della corsa può essere una cerimonia parodica atta a suscitare il riso per mettere in ridicolo un rappresentante dell’autorità o del potere = il nobile cacciatore.
La comparsa della porchetta veniva definita “ridicolosa mostra” per confermare l’ipotesi che si trattava di una cerimonia atta a suscitare il riso.
La corsa del palio può essere vista come metafora di una scena di caccia in cui il vincitore rappresentava il cacciatore e il secondo classificato era la vittima : al primo classificato venivano assegnati il cavallo con lo sparviere e tutta l’attrezzatura della caccia, alla vittima veniva data la porchetta arrostita come ipotetica preda.
Si potrebbe pensare che il figlio dell’imperatore fosse il cacciatore rappresentato nella cerimonia del cuoco e inoltre quando il re fu portato in città fu costretto a precorrere le vie in corteo in sella ad un asino.
Si può quindi confrontare questa figura del cuoco-cacciatore a cavallo di un ronzino con lo sparviere in mano con quella del re Enzo.
Questa analisi effettuata della cerimonia del cuoco ci porta a pensare che la corsa del palio del 24 agosto veniva istituita per ricordare la sconfitta del re.
La corsa del palio e la cerimonia del cuoco sono state aggiunte nel 1249 alla festa religiosa di San Bartolomeo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Selma Aslaoui
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Docente: Maria Cristina Citroni
- Titolo del libro: Alle origini della festa bologense della porchetta
- Autore del libro: L. Bianconi - a cura di M. citroni
- Editore: Clueb
- Anno pubblicazione: 2005
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