Alimentazione e problemi sanitari del coniglio
Lo svezzamento rappresenta il passaggio da un’alimentazione lattea a mangime solido, il coniglio presenterà modificazioni anatomiche come lo sviluppo del cieco, modificazioni fisiologiche come l’aumento degli enzimi digestivi, variazioni brusche dell’ingestione alimentare e della microflora ciecale. Durante questo periodo c’è un’elevata mortalità (10-30%), causata da un’elevata frequenza di disturbi digestivi, disturbi che possono essere causati dalle condizioni dell’allevamento, dallo stress da antibiotici, da parassiti e malattie intercorrenti, dall’alimentazione , dalla struttura e dalla composizione chimica della razione. La densità della flora microbica varia a seconda dell’età: gli amilolitici restano pressoché costanti, i cellulosolitici aumentano minimamente, mentre i colibacilli a 22d diminuiscono per poi aumentare minimamente a 37d. come per la densità microbica anche le fermentazioni variano in funzioni dell’età: a 15d gli AGV aumentano da 7mmol/l fino a 35, portando alla diminuzione del pH da 6,8-7 a 5,5; l’ammoniaca invece a 21d aumenta per poi diminuire a 33d e aumentare nuovamente fino a 51d (5mmol/l).
TEORIA DI CHEEKE (USA)
Secondo questa teoria, diete con molto amido e poca fibra porterebbero al sovraccarico ciecale di amido, all’eccessiva produzione di AGV, alla riduzione del pH e allo sviluppo del Clostridium spiroforme, portando alla morte del piccolo a causa della rota, una tossina batterica.
TEORIA DI MORISSE (FRANCIA)
Secondo questa teoria diete con poco amido e molta fibra porterebbe ad una scarsa produzione di AGV, all’aumento di pH e ammoniaca con maggior presenza di E.coli.
TEORIA DI LELKES (USA)
Questa teoria mette d’accordo le teorie precedenti in quanto sostiene che una variazione brusca dell’alimentazione e/o un cambio improvviso del mangime, provocano squilibri che possono culminare in una patologia digestiva; questi squilibri provocano la produzione di muco che intasa il piccolo e lo fa morire (enterite mucide).
La digeribilità dell’amido non è influenzata solo dall’età dei coniglietti, ma anche dal tipo di amido, in quanto ad esempio l’amido di mais è risultato assai meno digeribile di quello contenuto nell’orzo; questo effetto è marcato soprattutto nelle fasi + giovanili, dove la digeribilità dell’amido di orzo è sempre molto elevata in confronto a quella dell’amido di mais che tende invece ad aumentare con l’età. L’amido non digerito giunge a livello del cieco e fornisce il S ideale per lo sviluppo di mo patogeni come il C.spiroforme; sopra il 10% di amido, ogni punto % provoca mezzo punto % di mortilità, per abbassare l’amido aumenterò la fibra (aumentando l’ADL diminuisce il rischio sanitario). I migliori risultati si ottengono somministrando la dieta da svezzamento fin dall’inizio e non, come viene al solito, dopo la separazione della nidiata dalla madre ;le esigenze della nidiata sono diverse da quelle della madre che, durante la lattazione, necessita di una dieta molto concentrata, ricca di amido e di proteine, un’alimentazione separata della madre e della nidiata sarebbe la scelta migliore anche se difficilmente realizzabile.
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Dettagli appunto:
- Autore: Denis Squizzato
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Agraria
- Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
- Esame: Zoocoltura
- Docente: Girolamo Xiccato
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