Logica dell’asta competitiva
In quest’asta il principio di base è seguire una logica di prezzo, chi offre di più ha più possibilità di portarsi a casa il bene e paga il prezzo con il quale si è aggiudicato questi titoli.
Questa asta viene utilizzata per l’emissione dei BOT che avviene ogni 15 giorni.
A colui che si aggiudica quest’asta vengono applicati una sorta di cuscinetti, che assolvono a due tipologie diverse di esigenze:
- CLASSE DEI PICCOLI-MEDI INTEMREDIARI : hanno dei problemi legati alla disponibilità limitata, in una logica del genere questi soggetti rimangono svantaggiati dal fatto che la competizione avviene sul prezzo.
- CLASSE DEI GRANDI INTEMREDIARI : se gli si fa pagare il prezzo che hanno richiesto può subentrare un senso di paura che questo cliente possa sentirsi trattato male e rivendicare una sorta di allontanamento dalle prossime aste.
Tutte queste paure tipiche di ogni emittente che mette sul mercato i titoli, si traducono in altre due tipologie di offerte senza indicazione del prezzo, prevedono cioè che l’intermediario che le sfrutta domandi solo la quantità, ma non stabilisca il prezzo. Sono entrambe costruite per soddisfare le aspettative dei due canali diversi, quindi il prezzo non è una variabile fondamentale. Se l’emittente si rivolgesse solo ad una categoria di clienti rischierebbe una situazione di saturazione, per questo si rivolge a più operatori sul mercato.
CLASSE DEI PICCOLI-MEDI INTEMREDIARI : a questa categoria si pensa prevedendo che sia possibile presentare un’offerta per un quantitativo minimo senza definizione di prezzo e con aggiudicazione certa.
CLASSE DEI GRANDI INTEMREDIARI : si prevede che ogni intermediario può domandare un quantitativo di titoli senza l’indicazione del prezzo, per un ammontare pari alla somma dei quantitativi presentati con indicazione di prezzo.
Queste due tipologie sono presentabili da tutti gli intermediari affinché ogni intermediario presenti almeno una domanda con indicazione del prezzo. È la condizione necessaria ed essenziale per partecipare all’asta.
ESEMPIO
QUANTITATIVO MINIMO PER OGNI INTERMEDIARIO : 10
A:
- 10 : ?
- 100 : 97,80
- 100 : 98,50
- 100 : 98,00
- 300 : ?
B:
- 10 : ?
- 100 : 99,00
- 100 : 97,60
- 100 : 97,90
- 300 : ?
C:
- 10 : ?
- 100 : 98,60
- 100 : 97,70
- 100 : 98,30
- 300 : ?
Non si conosce il prezzo!
L’altro quantitativo che completa il pacchetto delle offerte ha un ammontare massimo pari alla somma dei quantitativi presentati con indicazione del prezzo. E neanche in questo caso si conosce il prezzo.
1. La prima cosa da fare è assegnare il quantitativo minimo che è aggiudicato a chiunque partecipi all’asta.
Poniamo che la somma dei quantitativi minimi sia 100 per comodità, ponendo quindi che sul mercato ci sono altri 7 intermediari.
2. Adesso bisogna passare ad assegnare l’altro pacchetto di offerte.
Il primo soggetto che ha richiesto i titoli a prezzo più alto è B che ha richiesto 100 titoli a 99,00 e così avviene l’aggiudicazione.
Questa situazione viene però definita maledizione del vincitore, perché chi è arrivato prima si vede applicato un prezzo maggiore sugli stessi titoli rispetto agli altri. Infatti C porta a casa gli stessi titoli, con le stesse caratteristiche ma a 20 centesimi di meno.
Per evitare però che B si lamenti perché paga troppo i titoli, la Banca Centrale guarda se B ha fatto domanda per il quantitativo senza l’indicazione di prezzo. Questo da un segno che B vuole portarsi a casa più titoli.
La domanda c’è e ha un quantitativo pari a 300. L’asta competitiva prevede un raddoppio del quantitativo aggiudicato, ma solo nell’ipotesi in cui ha fatto una domanda con indicazione del prezzo libera. Di conseguenza B aveva chiesto nell’asta normale 100 titoli, gli si raddoppiano i titoli prendendone altri 100 dai 300 senza indicazione del prezzo.
C ha chiesto 100 titoli a 98,80. C ha presentato la domanda senza indicazione di prezzo e quindi anche per C c’è un raddoppio del quantitativo, ma il prezzo non si sa ancora.
E così via…
Però tenendo conto che il quantitativo massimo di partenza era di 600 titoli possiamo notare come si esaurisce subito l’offerta dopo A, che non riesce neanche a vedersi aggiudicati i 100 titoli in più. Questo rientra nella logica d’asta, perchè A ha presentato un prezzo più basso rispetto agli altri.
QUANTITATIVO MINIMO 100 ?
B 100 99,00
100 ?
C 100 98,60
100 ?
A 100 98,50
_________________________________________________
C 100 98,30
A 100 98,00
B 100 97,90
A 100 97,80
C 100 97,70
B 100 97,60
In tutta questa situazione rimane da stabilire il prezzo per le richieste in sospeso.
Il prezzo attribuito ai 300 titoli (100 – quantitativo minimo; 100 in aggiunta a B; 100 in aggiunta a C) collocati sul mercato, è dato dal prezzo medio ponderato dei quantitativi con indicazione del prezzo in asta, ovvero quelli sopra la riga.
Il singolo intermediario al quale vengono attribuiti questi titoli, nella propria gestione del portafoglio ha un insieme di titoli che vengono trattati a prezzi differenti.
Per stabilire a che prezzo questi titoli verranno fatti pagare ai propri clienti, e quindi a che prezzo verranno collocati sul mercato, si deve tenere conto di un prezzo unico che è dato dal prezzo medio ponderato di tutti i quantitativi d’asta collocati sopra la riga.
Nella logica di asta marginale apparentemente sembra che lo Stato ci perda, perché concede i titoli ad un prezzo molto inferiore. Fatto sta che comunque tutti i titoli di stato, tranne i BOT, vengono collocati sul mercato attraverso l’asta marginale. Questo perché laddove il rischio di prezzo è inferiore, gli intermediari tendono a presentarsi in modo singolo in asta. Nella logica di asta marginale, infatti, il singolo intermediario crea la propria domanda da solo, presentando i cosiddetti prezzi di riserva, ovvero quei prezzi che si riserva di utilizzare per comprare i titoli in asta.
Nella logica di asta competitiva il rischio è maggiore e gli intermediari tendono a fare dei cartelli tra di loro, in modo tale da pagare i titoli allo stesso prezzo, senza che nessuno subisca la maledizione del vincitore.
Lo Stato quando offriva i titoli sul mercato a sua volta immetteva un prezzo di riserva, ovvero il prezzo minimo al quale era disposto a vendere, al di sotto del quale non avrebbe venduto. Con il tempo questo prezzo di riserva è stato eliminato.
Questo perché il mercato dei titoli di stato è molto vasto e tutti gli intermediari, europei e extracomunitari, vi possono partecipare, è impossibile che la singola banca possa influenzare l’andamento dei titoli di stato.
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Dettagli appunto:
-
Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: Economia delle aziende di credito
- Docente: Fandella Paola
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