Le valutazioni d'azienda richieste dalla legge e quelle informali

Le valutazioni formali sono quelle richieste dalla legge.
L’art.2343 c.c. prevede che chi conferisce beni in natura o crediti in sede di costituzione di capitale o aumento di capitale deve presentare una valutazione formale (asseverata) di un esperto che attesta il valore di quanto conferito.
C’è poi un’eccezione determinata dall’art.2343 ter che prevede alcune condizioni in cui non è necessaria la valutazione asseverata, come nel caso di conferimenti in SRL:
Un’altra ipotesi invece che richiede valutazioni formali è il caso di recesso di un socio.
Le valutazioni informali sono invece quelle classiche nei casi di compravendita di aziende, infatti il legislatore non prevede alcun obbligo di valutazione.
Per valutare un’azienda non esiste un modello o un metodo unico valido. Bisogna tenere conto che il processo valutativo attiene a problematiche inerenti:
- risorse umane
- elementi soggettivi
- elementi esogeni
Tutto ciò è estremamente complesso e complicato. E le interazioni non sono riconducibili a mere ed automatiche “derivazioni matematiche”.
Il valore ha un metodo, il prezzo no. Le metodologie di valutazione sono quelle di determinazione del capitale d’azienda. Non esiste una valore sempre uguale.
Il prezzo deriva dall’incontro tra domanda e offerta: la società acquirente stabilisce un prezzo obiettivo che è disposta a pagare, e la società che vende stabilisce il prezzo che vuole ricevere. Tra i due estremi esistono dei prezzi intermedi, all’interno di questo intervallo avviene la negoziazione. Nella fase di negoziazione il venditore avrà il proprio professionista che lo assiste e allo stesso modo l’acquirente. Tutti questi prezzi sono considerati valori per l’acquirente e per il venditore. Il vero prezzo è quello che deriva dall’incontro tra domanda e offerta.
Il prezzo è quindi un dato oggettivo, mentre il valore è un’opinione, è quindi soggettivo.