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La composizione dell'inquadratura


Come in pittura e in fotografia, nella composizione dell’inquadratura è opportuno badare alla buona disposizione dei soggetti nella cornice. Si parla in questo caso di bilanciature compositive: ad esempio, nell’inquadratura il soggetto non va collocato né troppo in alto, né troppo in basso (con troppa o poca aria in testa). In un primo piano, inoltre, è buona norma lasciare un po’ di spazio davanti al volto; il vuoto alle spalle dà la sensazione che stia per succedere qualcosa.
Tali principi di equilibrio servono a catturare l’attenzione dello spettatore, come dimostra la regola dei terzi. Immaginando di dividere l’inquadratura in tre parti uguali, l’attenzione dello spettatore si dirige preferibilmente verso il soggetto o i soggetti collocati intorno alle linee di divisione o nei punti vicini alle quattro intersezioni (il rettangolo centrale si chiama rettangolo di attenzione).

Inquadratura bilanciata non significa stereotipata, ma funzionale a guidare l’occhio nella compren-sione dell’immagine. Il regista è poi libero di trasgredire la regola, come dimostrano le sprezzature di autori della modernità (décadrages, disinquadrature). Come scrive Godard citando Platone, “un’immagine è bella non quando è bella in sé, ma quando è lo splendore del vero”.

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