Economia della frontiera e capitalismo negli USA – Michel Aglietta
Tutte le forme di produzione precapitalistiche hanno per base produttiva l’agricoltura. La condizione economica fondamentale dello sviluppo del capitalismo industriale è la formazione di un surplus agricolo crescente. Negli Stati Uniti, questa condizione è stata favorita dall’esistenza di un’enorme riserva di terre agricole non appropriate. Essa è stata inoltre trasformata in realtà dalle origini politiche della nazione americana che ha unito i piccoli produttori alla borghesia finanziaria e commerciale in una comune lotta contro il dominio coloniale inglese.
Il principio della frontiera era l’organizzazione di uno spazio geografico, era un principio ideologico che esprimeva la capacità della nazione americana a polarizzare le attività industriali in un senso di progresso. Presentando le trasformazioni come l’edificazione di una nuova frontiera, lo sviluppo del capitalismo e la costruzione della nazione furono identificati nella coscienza delle masse popolari. Ogni contestazione della libertà d’impresa fu percepita come un attentato all’integrità della nazione.
L’espansione è il fenomeno dominante della vita americana, si può persino dire che essa si identifica con la storia del paese. La comunità dei produttori delle terre che hanno costruito l’economia della frontiera non fu mai l’agente di un’economia agraria volta verso l’autosussistenza.
Il periodo 1846-48 vide la fine della guerra americano-messicana che consegnò la California agli Yankees e assistette alla scoperta delle miniere d’oro. Questi due eventi simultanei lanciarono una straordinaria ondata di speculazione, rapina e monopolizzazione delle terre con tutti i mezzi possibili, compresa la violenza. Inoltre, dopo il 1848 l’economia capitalistica mondiale innescò una lunga fase di espansione che stimolò le produzioni agricole americane. Un’ondata massiccia di immigrazione e di trasferimento verso l’ovest alla ricerca di occasioni di profitto spostò la frontiera.
Un maggiore plusprodotto agricolo e l’esigenza di circolare in uno spazio più vasto: tali condizioni economiche erano ideali perché il capitalismo prendesse piede nei nuovi spazi economici in formazione. Il capitalismo economico e commerciale era già ben impiantato negli Stati dell’Est, dove diventava fiorente grazie al commercio internazionale. A partire dagli anni ’50 lo sviluppo dei mezzi di trasporto provocò la formazione di nuovi centri urbani ad ovest degli Appalachi. In California, lo sfruttamento delle miniere e l’espropriazione dei latifondisti messicani diedero vita ad una fulminante centralizzazione del capitale. Ma l’essenziale dell’espansione economica fu diretta dalle potenze finanziarie dell’Est.
L’istituzione di società ferroviarie e di società minerarie costituì il ferro di lancia della manomissione capitalistica della proprietà dei suoli. Per la costruzione delle ferrovie transcontinentali, le società ottenevano concessioni di terreni. Le ferrovie erano finanziate da vaste emissioni di titoli di Stato. La società proprietaria delle ferrovie diventava anche proprietaria di tutte le risorse naturali dei terreni che le erano stati concessi. Essi erano poi venduti a parcelle a prezzi molto alti o erano dati in affitto. Nelle regioni in cui i terreni erano già lottizzati, le società acquistavano quelli che convenivano loro, a buon mercato, utilizzando tutti i mezzi di intimidazione possibili.
La necessità di allargare la circolazione dei prodotti agricoli mise i piccoli produttori mercantili alla mercè delle società ferroviarie per il trasporto delle loro merci: queste prelevarono una parte del surplus agricolo sotto forma di tariffe proibitive e discriminatorie che furono un’arma supplementare nella loro strategia di espansione. All’alba della guerra civile, l’instaurazione del rapporto economico capitalistico dominante sulla piccola produzione mercantile era già ben avviata.
Continua a leggere:
- Successivo: Il capitalismo in America dopo la guerra civile – Michel Aglietta
- Precedente: Lo sviluppo economico nel XIX secolo in Germania – Yehogacin S. Brenner
Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Esame: Storia contemporanea, a. a. 2005/06
- Titolo del libro: Il mondo contemporaneo. Storia e storiografia
- Autore del libro: G. Longhitano
- Editore: Palombo, Palermo
- Anno pubblicazione: 2005
Altri appunti correlati:
- Storia Internazionale dell'età contemporanea - Dai moti del '48 alla Guerra Fredda
- Storia delle Relazioni Internazionali
- Civiltà inglese
- Letteratura e Cultura dell'Italia Contemporanea
- Introduzione al Postcolonialismo
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Guala: un'azienda italiana tra sviluppo territoriale e internazionalizzazione
- La decolonizzazione globale
- L'Orientalismo nella costruzione dell'identità e dell'alterità nell'arte coloniale italiana
- Storia e Sviluppo dello Stato in Medio Oriente: Dal Colonialismo al Ritorno del Califfato
- Valori e successo economico: la storia dell'Asia Orientale
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.