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La Favola delle Api - Lusso e commercio


(L) mentre il lusso
     dava lavoro ad un milione di poveri

Se è lusso ciò che non è necessario alla sussistenza dell’uomo come creatura vivente, allora al mondo non si trova altro che lusso, pure tra i selvaggi nudi. Si potrebbe dire che tale definizione è troppo rigorosa, ma se ci scostiamo di un pollice dalla sua severità, non sapremmo dove fermarci.
Se i bisogni degli uomini sono innumerevoli, ciò che deve soddisfarli non ha limiti; quello che è detto superfluo da un certo ceto è considerato indispensabile da chi è di condizione superiore.
E’ un’idea comune che il lusso sia rovinoso per la ricchezza del corpo politico. Chi sostiene ciò ragiona così: noi mandiamo in Turchia manufatti di lana e altre produzioni per un valore di un milio-ne di sterline l’anno; in cambio importiamo seta, droghe, ecc. per un milioneduecentomila sterline.

In tal modo dicono non si guadagni nulla; ma se gli uomini consumassero metà di queste merci straniere i turchi, che bisognerebbero sempre della stessa quantità dei nostri manufatti, sarebbero costretti a pagare in contanti il resto e così la nazione guadagnerebbe seicentomila sterline l’anno.
Quanto supposto può forse accadere per un anno, ma è impossibile che duri. Comprare significa barattere, e nessuna nazione può comprare i beni delle altre, se non ne ha di propri con cui pagarli. Continuando in tal modo, essi non possono più commerciare con noi, ma devono accontentarsi di comprare ciò di cui hanno bisogno dalle nazioni disposte a prendere ciò che noi rifiutiamo. In questo modo, il nostro commercio con la Turchia si esaurirebbe in pochi anni.

Altre nazioni troverebbero presto il modo di fornire ai turchi ciò che non invieremo loro; tutto ciò che avremo dunque ricavato da questa frugalità sarà che i turchi compreranno da noi metà del quantitativo presente dei nostri manufatti, mentre noi consumeremo le loro mercanzie.
Un’altra accusa al lusso è di incoraggiare l’avarizia e le rapine; e che dove questi vizi regnano, le cariche di maggiore responsabilità sono comprare e vendute e gli ufficiali sono corrotti; il lusso è accusato di rendere il popolo debole ed effeminato, per cui la nazione diventa facile preda dei primi invasori. In realtà, ciò che si addebita al lusso spetta invece alla cattiva amministrazione e politica.
Il commercio è la condizione più importante, ma non l’unica, della grandezza di una nazione: oltre ad esso i delitti devono essere puniti, e le leggi ordinate. Al clero non si deve poi concedere negli affari di stato una parte maggiore di quella lasciatagli dal nostro Salvatore nel suo testamento.

Queste sono le arti che conducono alla grandezza eterna: qualsiasi potere sovrano che faccia buon esso di esse, la renderà fiorente, e né il lusso né altro vizio potrà mai scuoterne la costitu-zione. Di tutti gli stati famosi nessuno è andato in rovina senza che la sua distruzione fosse soprat-tutto dovuta alla cattiva politica, alla negligenza o all’incapacità amministrativa dei governanti.
Senza dubbio potremo aspettarci maggiore salute per un popolo e per i suoi figli dalla temperanza e dalla sobrietà piuttosto che dall’ubriachezza; tuttavia Mandeville confessa da quando ha fatto un po’ di esperienza del mondo, le sue conseguenze del lusso non gli sembrano più così temibili.
Ma supponiamo che l’agio e i piaceri in cui vivono i nobili e i ricchi li rendano inadatti a sostenere le durezze della guerra: ma la gente ricca non ha nulla in comune con la guerra, se non pagare le tasse. Inoltre, chi teme che il lusso snervi ed effemini il popolo, avrebbe potuto vedere in Spagna dei damerini resistere al fuoco, e una quantità di libertini risoluti e coraggiosi di fronte al nemico
Con tutto ciò, Mandeville ritiene di aver provato quel che si proponeva di sostenere in questa nota sul lusso. Primo, che in un certo senso ogni cosa può essere considerata un lusso. Secondo, che con una saggia amministrazione ogni popolo può nuotare in tutto il lusso straniero, senza esserne impoverito. E terzo, che se ci si prende cura delle cose militari, una nazione ricca può vivere con tutti gli agi e l’abbondanza inimmaginabili, e nello stesso tempo essere temibile per i vicini.

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