Il trattamento dei dati personali
Un significativo ampliamento del diritto di riservatezza (anche) del lavoratore si è realizzato con l’emanazione del d.lgs. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali), che naturalmente riguarda anche le c.d. banche-dati aziendali ed il trattamento dei dati personali dei lavoratori dipendenti.
Accanto all’istituzione di un’apposita autorità indipendente (Garante per la protezione dei dati personali) con compiti di controllo e poteri sanzionatori, sono stati riconosciuti a tutte le persone interessate i c.d. “diritti informatici”.
Essi consistono, in primo luogo, nel diritto di avere conoscenza preventiva, mediante la c.d. informativa (cioè una comunicazione circa l’esistenza, la natura e le finalità), della raccolta dei propri dati personali; in secondo luogo, nel diritto di accesso: in ogni momento l’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano e di conoscere l’origine, le finalità e le modalità del trattamento.
Un ruolo marginale, invece, è assegnato al consenso dell’interessato, che è richiesto solo in talune ipotesi, tra le quali il trattamento dei dati c.d. ”sensibili”.
Questi dati possono essere oggetto di trattamento da parte di soggetti privati solo con il consenso dell’interessato e sulla base della preventiva autorizzazione del Garante.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto del lavoro, a.a. 2007/2008
- Titolo del libro: "Diritto del Lavoro" di E. Ghera, "Solidarietà, mercato e concorrenza nel welfare italiano" di S. Sciarra
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