Aggiustamento automatico e indotto
Ripartiamo dalla situazione di squilibrio: lo squilibrio è i > i*.
In questo caso si ha una tendenza ad avere capitali che entrano in Italia perché sono più appetibili, rendono di più per i risparmiatori stranieri rispetto agli italiani a parità di rischio.
Succede quindi che si ha un aumento dei capitali in entrata e questo provoca anche una maggiore liquidità nei nostri mercati, perché entrano più capitali dall'estero, vi è una maggiore offerta di moneta, maggiore presenza della moneta nella nostra economia. Un incremento dell'offerta di moneta in economia si traduce in una riduzione dei tassi perché è aumentata la competitività, aumentata la quantità di moneta, e + quantità moneta = - costo per poterla venderla all'estero. Si ha perciò una tendenza automatica alla riduzione dello squilibrio, perché i tassi interni diminuiscono a seguito di un incremento dei capitali.
Questa è la forma di aggiustamento automatico → c'è uno squilibrio, i > i* → tendenza dei capitali stranieri a essere investiti nel nostro paese, quindi maggiore investimento che provoca → aumento della liquidità in Italia: maggiore moneta → tendenza a riduzione dei tassi di interesse "i" e anche tendenza alla riduzione dello squilibrio → riequilibrio.
1) modificando il differenziale dei tassi d’interesse da parte di un intervento fatto dalle autorità;
2) modificando le aspettative: posso migliorare le mie aspettative sul cambio e far capire agli stranieri che la mia economia è forte, che fanno bene ad investire nel mio paese, che la mia moneta è destinata a rivalutarsi perché si sta investendo in informazione, beni pubblici e infrastrutture; così gli stranieri cominciano ad aumentare la loro fiducia nel nostro paese, il quale diventa più credibile se le aspettative sono positive. Ecco che cominceranno ad investire di più nella nostra economia. Questo potrebbe essere un altro modo per indurre un aggiustamento nella bilancia dei capitali. Immaginiamo che la nostra bc sia in disavanzo: si devono aumentare i tassi di interesse ma è brutto farlo perché rendono più cari i mutui, i prestiti per le imprese; è una decisione molto pesante e si cerca di non prenderla. Allora cosa si fa? Si cerca di convincere gli stranieri ad avere fiducia nella nostra economia che sta migliorando ed è conveniente investire in essa.
3) controllare i movimenti di capitale: dato che stiamo mandando fuori troppi capitali, si decide di renderli più costosi, tassarli, metterli a controlli diretti, in modo da renderli meno appetibili.
Sul fronte dell'aggiustamento della bilancia di capitali, le cose da ricordarsi sono: differenziale fra tassi di interessi; il fatto che sui i* non abbiamo nessun controllo quindi dobbiamo agire sui "i", ma agire su di essi a volte può essere pesante per l'andamento di una economia perché alzare i tassi è sempre una decisione importante; poi c'è l'importanza delle aspettative positive sul futuro.
Effetti della svalutazione se ha effetti positivi o negativi: bisogna guardare se ha prevalenza l'effetto quantità o effetto prezzo. per effetto prezzo si intendono le cosiddette ragioni di scambio che sono i prezzi interni rispetto ai prezzi internazionali moltiplicati per il tasso di cambio. Quindi i prezzi interni e internazionali restano fissi, ma le ragioni di scambio variano perché varia il tasso di cambio. Quello che abbiamo visto oggi, a fronte di una riduzione dell'effetto prezzo perché la nostra moneta ha perso valore, abbiamo una variazione quantitativa più elevata quindi prevale l'effetto quantità: si riduce 10 % della mia moneta (effetto prezzo negativo), aumento 20% dei beni esportati ed è prevalente l'effetto quantità sull'effetto prezzo (riduco del 10 ma aumento del 20; se si riduce del 10% ma aumento del 5% è prevalente l'effetto prezzo su quello quantità).
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Dettagli appunto:
- Autore: Federica Palmigiano
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia del pensiero politico e della politica economica internazionale
- Docente: Pier Francesco Asso
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