OLFATTO
OLFATTO:
È il senso filogeneticamente più antico, associato all’identificazione del cibo, dei predatori e dei conspecifici. Ha anche un ruolo sociale, in quanto guida certi comportamenti di evitamento, riproduttivi o aggressivi.
Gli stimoli che inducono sensazioni olfattive sono detti odoranti, e sono molecole con caratteristiche chimico-fisiche e timbro olfattivo peculiari; hanno basso peso, alta volatilità e sono idrofobiche.
Gli odori costituiscono un sistema di comunicazione → es. negli animali la comunicazione è mediata dai ferormoni, presenti nelle escrezioni e nelle secrezioni corporee; queste producono info importanti per il riconoscimento individuale, il sesso e lo stato sociale.
L’epitelio olfattivo è in grado di rilevare ferormoni; tuttavia, molte specie animali (ma NON l’uomo) hanno sviluppato un sistema olfattivo accessorio, il cui organo periferico è l’organo vomeronasale, che si è specializzato esclusivamente nella rilevazione di queste molecole. Esso si trova nella cavità nasale e nell’uomo non è identificabile, o comunque se presente non sembra funzionare, e ciò è strano perché anche nell’uomo i ferormoni guidano i comportamenti. Questo avviene, molto probabilmente, tramite il sistema olfattivo principale.
Epitelio olfattivo:
Rilevazione e trasduzione delle molecole odorose avvengono ad opera di un piccolo e sottile strato di cellule chemosensoriali, i neuroni olfattivi, che costituiscono l’epitelio olfattivo che ricopre i turbinati della cavità nasale posteriore. Essi sono estroflessioni ossee su cui è stratificato l’epitelio olfattivo e favoriscono la percezione odorosa attraverso il riscaldamento dell’aria e l’aumento delle turbolenze e della superficie recettoriale esposta.
L’epitelio olfattivo è ricoperto da un sottile strato di muco, prodotto dalle ghiandole di Bowman. Esso ha la funzione di concentrare gli odori e successivamente di eliminarli, poiché viene continuamente sostituito (le sostanze nell’aria devono dissolversi nello strato di muco prima di raggiungere le cellule recettoriali).
Ci sono 3 tipi di cellule principali nell’epitelio:
- Cellule recettrici dell’olfatto = trasduzione stimoli. I neuroni olfattivi sono bipolari e proiettano i loro assoni alle regioni centrali del SN; essi sono capaci di rigenerarsi durante tutto l’arco di vita, producendo in continuazione nuovi neuroni. I loro corpi cellulari proiettano un dendrite nella cavità nasale, sulla cui sommità è presente una protuberanza, il bottone olfattivo, da cui dipartono le ciglia immerse nel muco. Ciglia e bottoni rappresentano le strutture da cui ha origine lo stimolo elettrico prodotto dal legame dell’odore con il proprio recettore. Alla base, il neurone olfattivo è dotato di un unico assone che attraversa la lamina cribrosa e, dopo essersi unito con altri assoni a formare il nervo olfattivo, penetra nel bulbo olfattivo dove avviene la PRIMA SINAPSI, a livello del glomerulo.
- Ciglia delle cellule olfattive = gli odori si legano qui
- Cellule staminali = danno origine a nuovi recettori e sono localizzate alla base dell’epitelio
- Strato mucoso = serve per diluire le sostanze odorose e contiene anticorpi
- Cellule di supporto = produzione di muco. Si trovano nella regione più apicale dell’epitelio ed esplicano un’azione protettiva sulla sua integrità, producendo enzimi detossificanti in grado d’inattivare agenti chimici dannosi.
L’uomo possiede circa 20 mln di recettori, contro i 220 mln del cane (stesso numero di odori percepito ma a concentrazioni 100 mln di volte inferiori); ci si può addestrare a riconoscere gli odori e a discriminarli anche senza avere un olfatto così sviluppato. Curiosità: i cani possono rilevare i tumori, in particolare quelli dello stomaco, elaborando gli odori che derivano da saliva, urine ed altri fluidi corporei.
Trasduzione:
- L’odore si lega con recettori specifici di membrana.
- Il legame tra odore e recettore causa il rilascio intracellulare della subunità alfa (GαOLF) di una specifica proteina G che attiva l’adenilatociclasi di tipo III (ACIII).
- Tale enzima incrementa i livelli di AMP ciclico (cAMP), inducendo l’apertura di un canale posto sulle membrane ciliari (CNGA2), specificamente permeabile ai cationi e in particolare al Ca++.
- L’ingresso di Ca contribuisce solo moderatamente alla depolarizzazione della cellula, in quanto viene “aiutato” dall’apertura di canali per il Cl- che esce
- La depolarizzazione consente l’apertura di canali V-D e la generazione del PdA.
Vie olfattive centrali:
Gli assoni dei recettori olfattivi attraversano la lamina cribrosa formando il nervo olfattivo (I nervo cranico), che penetra nel bulbo olfattivo → 1° SINAPSI con neuroni di II ordine, le cellule mitrali, che danno origine a strutture sferiche denominate glomeruli. In ogni glomerulo convergono parecchie fibre olfattive, che conferiscono al sistema elevata sensibilità, ed è interconnesso con una rete di neuroni inibitori detti periglomerulari. I corpi cellulari delle cellule mitrali sono localizzati nel bulbo, mentre gli assoni si riuniscono postero-ventralmente formando il tratto olfattivo, che penetra nell’encefalo e giunge alla corteccia olfattiva primaria (che comprende tubercolo olfattivo, corteccia piriforme ed entorinale, …).
Gli assoni del tratto olfattivo si ramificano e seguono diverse vie:
- Corteccia olfattiva primaria e strutture temporali (non passano per il talamo)
- Corteccia periforme (amigdala, uncus dell’ippocampo e giro paraippocampale)
- Corteccia orbitofrontale, passando dal nucleo dorso-mediale del talamo (percezione cosciente degli odori, probabilmente elaborati in circuiti paralleli)
- Dall’amigdala all’ipotalamo (risposte neuroendocrine)
- Dal tubercolo olfattivo e dalla corteccia entorinale ad altre regioni corticali e sottocorticali come l’ippocampo (integrazione di segnali destinati a memoria ed emozioni)
Analogamente al sistema olfattivo principale, i neuroni vomeronasali prendono contatto con le cellule mitrali nei glomeruli del bulbo olfattivo accessorio. Le proiezioni centrali delle cellule mitrali raggiungono aree diverse, da cui dipartono neuroni secondari che si dirigono direttamente nelle regioni ipotalamiche.
Basi genetiche:
Il genoma umano contiene 350 geni codificanti per i recettori olfattivi, ma molti sono “pseudogeni” non funzionanti (20% nei cani e 60% negli umani). Ogni cellula recettiva esprime un sottoinsieme di geni per i recettori. La % di pseudogeni è correlata alla vista tricromatica: l’aumento dell’acuità visiva ha costi sulla sensibilità olfattiva.
Riconoscimento degli odori:
Come possiamo distinguere miliardi di odori se i geni che codificano per i recettori olfattivi sono centinaia e il 60-70% neppure è espresso?
I vari odori attivano popolazioni di recettori diversi (codice di popolazione) con tempi diversi (sequenza temporale di attivazione), producendo configurazioni spazio-temporali diverse per i singoli odori.
Modello combinatorio: Il sistema olfattivo utilizza le risposte simultanee di un gran numero di recettori per codificare uno specifico odore, quindi l’identificazione di una molecola odorosa dipende dalla combinazione dei recettori attivati.
Il modello combinatorio si riflette nel bulbo → MAPPA SPAZIALE = distribuzione spaziale organizzata dei glomeruli che ricevono specifici recettori (recettori che esprimono un gene diverso si organizzano in glomeruli diversi).
Quindi: ciascun glomerulo riceve info solo da un tipo di cellule recettrici, che esprimono un particolare gene = mappa dei geni che codificano i vari recettori.
La definitiva discriminazione e percezione cosciente degli odori avviene in aree più centrali; qui esistono infatti neuroni corticali che rispondono a singoli odori o a miscele di odori, ma essi sono silenti quando i componenti della miscela sono presentati individualmente. Ciò dimostrerebbe l’esistenza di una integrazione corticale dei segnali provenienti dai singoli recettori, la cui elaborazione in parallelo è importante per l’attivazione contemporanea di meccanismi come reazione di fuga e ricerca del cibo.
Codifica temporale: frequenze di scarica neuronale caratteristiche, indotte da odori diversi e sequenza temporale di attivazione dei recettori diversi da parte di una sostanza. Es. l’odore di un profumo dipende dal fatto che la molecola odorosa si lega in tempi diversi con diversi recettori.
Quando si parla di odore si parla della trasduzione ad opera delle cellule olfattive dell’epitelio di una molecola odorosa; queste si attivano quando respiriamo → olfatto ortonasale. Si parla invece di aroma quando respiriamo con il cibo in bocca → olfatto retronasale.
Gusto e olfatto vengono uniti insieme dal nostro sistema percettivo in una meta-sensazione → sapore.
Deficit olfattivi:
- Anosmia = perdita del senso dell’olfatto per lesione delle vie o dei centri olfattivi. Cause: deviazione del setto nasale, sinusite, polipi, infezione, allergia o un banale raffreddore che modificano le cellule dell’epitelio olfattivo (reversibili) o trauma cranico, tumori e malattie genetiche (irreversibile).
- Malattie neurodegenerative = sintomi spesso preceduti dalla scarsa sensibilità olfattiva
- Legame con la depressione (prima degenerano le strutture legate all’olfatto) → farmaci contro la depressione infatti migliorano l’olfatto.
- Sindrome di Kallmann = ipogonadismo dovuto all’assenza congenita dei neuroni ipotalamici che producono l’ormone di rilascio delle gonadotropine, con conseguente mancata produzione da parte dell’ipotalamo di ormone follicolostimolante e luteinizzante → conseguenze: sterilità e mancato sviluppo sessuale, nonché anosmia dovuta a parziale o completa assenza del bulbo olfattivo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Viviana Cesana
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Fondamenti Anatomofisiologici dell'Attività Psichica
- Esame: Fondamenti Anatomofisiologici dell'Attività Psichica
- Docente: Nadia Bolognini
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