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Breve excursus storico e introduzione al diritto privato



Andando indietro nel tempo per tanti anni, in Italia, la fonte per eccellenza del diritto privato è stato il Codice Civile del 1865 che, a sua volta, traeva origine e sostanza dal Codice Civile napoleonico del 1804. Il codice civile voluto da Napoleone Bonaparte ha connotato significativamente alcuni istituti giuridici fondamentali ripresi successivamente nelle produzioni codicistiche successive fino all’ultima del 1942 quale l’eredità (art. 742) statuendo che: l’eredità si divide in parti uguali tra i discendenti.
Nel 1882 fu emanato il Codice del Commercio in Italia che disciplinò i rapporti in cui una delle parti era un imprenditore. Sia il codice civile italiano del 1865 che il codice del commercio del 1882 presero spunto dal codice civile napoleonico e dal codice del commercio francese. Codice civile e codice del commercio normavano gli stessi istituti per es: il contratto di vendita (accordo tra due o più parti per regolare, modificare o estinguere un rapporto giuridico di natura patrimoniale). Il contratto di vendita trasferì il diritto di proprietà sul bene a fronte di un corrispettivo detto prezzo. Se il contratto di vendita interveniva tra 2 privati cittadini, nessuno dei quali imprenditore, si applicava si seguiva la statuizione riferita al contratto di vendita del codice civile del 1865; se, invece, una delle parti contraenti era un imprenditore si seguiva la normazione prevista per il contratto di vendita secondo il Codice del Commercio del 1882. In definitiva, lo stesso contratto di acquisto aveva una differente previsione a seconda se c’era o meno un imprenditore come parte contraente. A tal riguardo nel caso ci fosse si creava una disparità a favore dell’imprenditore maggiormente tutelato. Si arrivò al 1942, anno in cui si è avuto l’attuale Codice Civile in Italia. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale il legislatore italiano promulga tale codice che nasce dall’unione dei due precedenti codici. Quindi non più una diversificazione di previsione ma vi fu una disciplina unitaria. Ci sono sei libri nel nostro codice: Persone e Famiglia, Successioni, Diritti di proprietà e diritti reali, obbligazioni e contratti, impresa e lavoro e tutela dei diritti. A questa unione si arrivò attraverso quella che i giuristi chiamano “commercializzazione del diritto privato”. La ricchezza nel ’42 in Italia riguardava i latifondisti. Tutta la disciplina del codice si basava su tale aspetto. Comunque la previsione della commercializzazione del diritto privato ha aperto al passaggio dalla ricchezza agricola alla ricchezza industriale del periodo post-bellico. L’idea di contratto del ’42 era di accordo in senso di effusione, incontro di volontà.

Tratto da DIRITTO PRIVATO di Giuseppe Rondinone
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