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Fase della dipendenza assoluta


Nella fase di dipendenza assoluta non si dà per scontato che il neonato sia una persona con un senso di identità e corporeo (che sappia distinguere tra realtà interna e realtà esterna), piuttosto dà l'apparenza di essere una persona. Affinché si possano sviluppare tali abilità e funzioni devono avvenire 3 processi che si sviluppano con una madre sufficientemente buona (sufficientemente buona perché le madri non possono essere perfette --> una madre perfetta è una madre meccanica. Inoltre a un certo punto dello sviluppo del bambino, in particolare nella seconda fase, la madre deve anche saper fallire), la quale permette al bambino di raggiungere l'integrazione, la personalizzazione e la realizzazione (termine winnicottiano con cui si intende il passaggio dal principio del piacere al principio di realtà).

Integrazione

All'inizio della vita l'io è una sorta di potenziale (cioè, come sosteneva la Klein, che esiste dalla nascita e non si sviluppa dall'es) la cui realizzazione dipende dal cervello intatto, in quanto “in assenza di apparati elettronici (cioè il cervello sano) non vi può essere esperienza e quindi non vi può essere un Io”. Tale Io non è integrato e il bambino sperimenta l'alternarsi di brandelli esperienze diffuse (esempio: freddo, fame, sonno ecc.) non connessi tra di loro. Non esiste differenziazione tra io e non-io, non esistono associazioni temporali o spaziali, così come non esiste il concetto dell'alternarsi di sonno e veglia ecc., ma il bambino sperimenta soltanto una specifica esperienza nel momento in cui la prova. L'io raccoglie informazioni dal mondo interno ed esterno e le organizza, ma all'inizio ciò avviene solo grazie alla madre (che funge da io-ausiliario --> è l'Io del bambino) --> dunque la funzione della madre in questa prima fase è quella di holding (contenimento). Grazie all'identificazione coi bisogni del bambino (preoccupazione materna primaria), la madre coglie istintivamente le sue necessità e le risolve tempestivamente. In questo modo la madre protegge anche il bambino da esperienze traumatizzanti (urti), andando a curare i suoi bisogni fisiologici per mezzo dell'empatia (la preoccupazione materna primaria, cioè che si diceva prima). Ma Winnicott sottolinea che quando il bambino non è in preda ai bisogni, necessita di una presenza non impegnativa materna (una madre che rimanga sullo sfondo), che gli permetta di sperimentare la continuità d'esistere, possibile solo quando il bambino si sente "solo" (in realtà non è solo, la mamma è comunque presente, ma rimane sullo sfondo --> così il bambino può scoprire la sua vita personale. Quindi sinteticamente è vero che la madre deve rispondere tempestivamente ai bisogni del bambino, ma quando il bambino non è in preda ai bisogni la madre deve restare sullo sfondo, così con questa esperienza ripetuta il bambino non viene traumatizzato da un'assenza, ma sperimenta un'esperienza non intrusiva che permette al sé di emergere --> così si arriva ad una presenza rassicurante che è dentro di sé e non fuori --> tale presenza rassicurante fa regredire ad uno stato di non integrazione (normalmente svolta dalla madre), cioè di quiete, di rilassamento, di non eccitazione, di unità con la madre, che è anche alla base nell'età adulta della capacità di essere creativi --> è un esistere senza pensare --> Permette di creare un nucleo del sé sacro-inviolabile, che ci dà un senso profondo di chi siamo, ma che i pazienti gravi non possiedono nemmeno.

Il bambino normalmente oscilla tra stati di integrazione e non integrazione. Nei pazienti invece si osserva la disintegrazione, che si verifica quando la funzione dell'holding è stata deficitaria --> la disintegrazione è una difesa per proteggersi dal caos indotto dal fallimento dell'holding, è dunque prodotto dal bambino --> infatti se l'ambiente è deficitario il paziente opera delle difese (la disintegrazione) e con questa difesa della disintegrazione ha un senso di controllo sull'ambiente caotico in cui vive. Quando l'holding è deficitario si ha il senso di cadere senza fine, non si ha un senso di stabilità dell'essere. Come viene spiegato ciò da Winnicott? “la sensazione dell'esistenza della madre dura x minuti. Se la madre resta via più di x minuti, allora l'imago [rappresentazione] svanisce….[Il] bambino è turbato, ma questo turbamento è presto risanato perché la madre ritorna in x+y minuti. In x+y minuti il b. non si è alterato. Ma in x+y+z minuti il b. è stato traumatizzato. In x+y+z minuti il ritorno della madre non ripara lo stato del b. il trauma implica che il b. ha vissuto una frattura nella continuità di vita, cosicché le primitive difese ora divengono organizzate per difendere da un ripetersi di ‘impensabile angoscia' o …[dall'] acuto stato confusionale che è proprio della disintegrazione…..Dobbiamo assumere che la grande maggioranza dei b. non vive mai la quantità di x+y+z di privazione…non si portano per la vita la conoscenza vissuta di questo essere stato folle.”

Tratto da PSICOLOGIA DINAMICA di Mariasole Genovesi
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