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Gli Indipendenti


In Inghilterra si formarono due gruppi scissi: i Kleiniani e gli Annafreudiani.

Successivamente ci furono un gruppo di psicoanalisti che non volevano stare né da una parte né dall’altra e fondano il gruppo dei cosiddetti Indipendenti.
Tra questi, i più noti sono: Winnicott, Fairbairn, Balint, Bowlby e Matte-Blanco.

“Gli adulti maturi infondono vitalità in ciò che è antico, vecchio e ortodosso, ricreandolo dopo averlo distrutto” (Winnicott, 1965, p.94)

Winnicott era un pediatra e psicoanalista. Aveva una grande capacità di interagire con i bambini.

Fairbarin aveva studiato teologia e poi diventò psicoanalista. Il suo lavoro era prevalentemente con bambini abusati e perciò tutta la sua teoria è basata sul cercare un legame quasi inscindibile tra un bambino abusato con i suoi oggetti primari.

Matte-Blanco sviluppa, come Bion, una propria teoria dell’inconscio molto astratta.

Caratteristiche degli Indipendenti: Fairbairn e Winnicott

• Gli autori Indipendenti parlano di relazioni oggettuali rispetto a pulsioni. La maggior parte di loro aveva fatto un’analisi con la Klein, perciò riformulano anche molte delle teorie kleiniane.

• Danno un’importanza essenziale alle cure materne (quindi alla madre reale)

• Un problema di questi autori, un po’ come la Mahler, è che spiegano la patologia colpevolizzando cure materne deficitarie (la psicopatologia è il risultato di cure materne deficitarie).

• Rifiutano il concetto di pulsione di morte: non può esistere aggressività innata --> se c’è è solo un segno della vitalità del bambino, oppure è indice che le cure materne erano deficitarie.

• I derivati della teoria pulsionale (per es. l’aggressività) sono reazioni ad un ambiente deficitario: se un bambino è focalizzato a livello anale vuol dire che ci sono carenze nel rapporto con la madre, in quanto i bambini normali non hanno le fissazioni.

• Affermano che la regressione non è solo la manifestazione di un arresto dello sviluppo, quindi non è solo distruttiva e psicopatologica, ma può essere benigna, in quanto, attraverso essa, il bambino sta manifestando ciò di cui ha bisogno (es: bambino che torna a volere la luce accesa quando nasce un fratellino sta dicendo alla madre che ha bisogno di più attenzioni).

• Il processo analitico è concepito in esplicita analogia alla diade m-b (soprattutto in Balint-Winnicott).

Tratto da PSICOLOGIA DINAMICA di Mariasole Genovesi
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