Posizione depressiva
Posizione depressiva: il bambino ad un tratto si accorge che l'oggetto che odia (cattivo) e che l'oggetto che ama (buono), sono lo stesso oggetto (la madre è avvertita come un oggetto totale, non più come un oggetto parziale, verso il quale prova amore e odio), e quindi emerge l'angoscia depressiva (l'angoscia prevalente della posizione depressiva) di aver distrutto l'oggetto buono (si chiama depressiva perchè l'angoscia prevalente dei depressi è che sia sempre colpa loro per tutto). Quindi mentre nella posizione schizoparanoide la paura è di essere perseguitati dall'oggetto cattivo, nella posizione depressiva la paura è di aver distrutto l'oggetto buono --> questo perché il bambino in questa posizione si accorge che l'oggetto cattivo che odia è anche lo stesso oggetto che ama. Inoltre un altro timore di questa posizione è quello di avere dentro di sè oggetti morti, e ciò è rappresentato dalla paura di certi cibi (questo secondo la Klein simboleggia la paura del bambino di avere dentro di sè oggetti morti, avvelenati, distrutti, pericolosi).
Di fronte alla paura di aver distrutto l'oggetto buono, il bambino sviluppo il senso di colpa, e cerca di riparare --> è una difesa chiamata riparazione (significa avere fantasie onnipotenti di poter far rivivere l'oggetto distrutto): il bambino pensa di aver fatto male alla mamma buona (ha l'angoscia di aver distrutto il suo oggetto buono) e quindi cerca di riparare, ad esempio accarezzandola.
Nel momento in cui il bambino capisce che il suo oggetto ideale è lo stesso dell'oggetto persecutorio, deve riunificare ciò che prima era scisso (deve riunificare il seno buono con il seno cattivo) --> si verifica dunque il passaggio da oggetto parziale a oggetto totale (l'altro viene percepito sia come fonte di bene sia come fonte di male).
Le difese della posizione depressiva:
• Introiezione
• Proiezione
• scissione (già viste prima, sono particolarmente caratteristiche della posizione schizoparanoide, però sono presenti anche in quella depressiva)
• idealizzazione: le qualità e il valore di un oggetto sono esaltati e i suoi difetti sono minimizzati --> esempio: Uno studente preoccupato per le sue capacità intellettuali comincia a idolatrare un compagno di corso che prende voti molto alti. È una difesa primitiva particolarmente evidente nel narcisismo.
• diniego psicotico: è il rifiuto di riconoscere un oggetto o evento che fa parte dell'esperienza presente (ad esempio il bambino nega di aver aggredito l'oggetto buono, cioè la madre). L'aspetto positivo che spinge il bambini oltre la posizione depressiva è la riparazione, se invece ciò non accade il bambino utilizza il diniego (nega la sua angoscia depressiva) --> esempio: uno studente che è stato bocciato si “convince” di essere stato promosso. È una difesa primitiva particolarmente evidente nelle psicosi.
• identificazione proiettiva: aspetti scissi del proprio sè avvertiti come cattivi vengono proiettati fantasticamente nell'oggetto esterno nel tentativo di danneggiarlo e controllarlo --> esempio: Un professore accusa un collega di tramare contro di lui e gli dice di odiarlo per questo. Nella prima infanzia rappresenta una prima forma di comunicazione con la madre e di empatia (Bion), ma nell'adulto è patologico ed è tipico delle psicosi schizofreniche e dei disturbi borderline. [in altre parole: l'identificazione proiettiva descrive un meccanismo di difesa in cui non vengono proiettati solo impulsi, ma anche parti di sè (esempio: le proprie feci che sporcano), e poi ci si identifica con esse --> esempio: una ragazza maniaco depressiva arriva dal terapeuta piena di rabbia, poi tale rabbia viene proiettata sul terapeuta, così la ragazza si calma, ma il terapeuta comincia a sentire egli stesso la rabbia (anche se percepisce che non è qualcosa che gli appartiene)].
Le difese contro la depressione sono chiamate difese maniacali (vengono chiamate così perché la controparte della depressione è la psicosi maniacale, che consiste in una sorte di negazione della depressione) --> hanno la funzione di evitare la depressione, sono caratterizzate da un senso di onnipotenza e sono tese a trionfare sull'oggetto (“io non ho bisogno dell'oggetto buono”) umiliandolo, disprezzandolo e rifiutando di dipendere da esso in modo da non soffrire per la sua perdita. Esse però non permettono il reale superamento della posizione depressiva. Tali difese sono: diniego (della dipendenza), idealizzazione (l'oggetto è estremamente buono), svalutazione (l'oggetto non vale nulla e ce ne si può liberare), controllo onnipotente
• Svalutazione: attribuzione di caratteristiche esageratamente negative a sé o ad altri --> esempio: un professore molto ammirato viene improvvisamente criticato come un pessimo insegnante da uno studente che non ha superato l'esame. Rappresenta una forma particolare del diniego
• Controllo onnipotente: atteggiamento di controllo sprezzante e trionfante sull'oggetto, per evitare il terrore che incute e le angosce depressive di perdita --> esempio: un professore che per la prima volta affronta una materia molto complessa esordisce dicendo che non c'è nulla di quell'argomento che lui non sappia alla perfezione. È particolarmente evidente nel narcisismo e negli stati maniacali.
Se tutto va bene, nel momento in cui il bambino arriva al culmine delle angosce depressive, il bambino con i suoi atti di riparazione arricchisce l'Io con oggetti buoni --> con l'introiezione dell'oggetto intero si arriva a un nuovo livello di relazioni oggettuali (è il passo per andare oltre la posizione depressiva) [la fissazione o la regressione a una delle 2 posizioni costituisce un forte rischio per patologie serie: schizofrenia per la posizione schizoparanoide e depressioni gravi per la posizione depressiva] --> la sintesi tra gli aspetti amati e odiati dell'oggetto intero induce lutto e colpa, ed è qui che si colloca la differenza tra psicosi (persone che hanno perduto il contatto con la realtà, in cui il processo primario ha preso il sopravvento su quello secondario, e quindi per esempio possono confondere le percezioni con le allucinazioni, oppure possono avere deliri) e nevrosi (in cui non si ha la perdita del contatto di realtà, ma si ha un conflitto interno, ad esempio nell'isteria)
Con l'elaborazione della posizione depressiva:
• si costruiscono relazioni oggettuali più solide (in quanto più realistiche)
• Il super-Io diventa più integrato e non è più il super-Io arcaico e persecutorio della prima infanzia, ma diventa anche benevolo,
• si sviluppano meccanismi di difesa non più primitivi (come tutti quelli spiegati fino ad ora), ma più evoluti (esempio: rimozione e spostamento, che saranno visti con Anna Freud).
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Dettagli appunto:
- Autore: Mariasole Genovesi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia dinamica
- Docente: Angela Tagini
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