Wilfred Bion
“Sarebbe facile dire che la cosa ovvia da fare con i pensieri è pensarli; più difficile è stabilire che cosa significhi in realtà un'asserzione di questo genere”.
Bion è un kleiniano --> “Kleiniano? Santo cielo, no! Non sono più kleiniano di quanto lo fosse la Klein. Lei si è sempre pensata una freudiana. Ma Anna ha fatto di tutto per far si che Melanie venisse etichettata ‘kleiniana'.”
Bion parte dal presupposto che i pensieri predatano (esistono prima) l'apparato del pensiero (noi siamo circondati da pensieri che aspettano di essere pensati da una mente), e per costruire un pensiero la mente deve necessariamente essere in grado di tollerare affetti (i pensieri sono saturi di affettività). Bion dice che non è possibile costruire una teoria che abbia validità oltre la stanza di analisi sula base di oggetti interni/esterni, seni/peni buoni/cattivi (critica alla Klein), ma si deve arrivare a un sistema quasi matematico di astrazione per descrivere ciò che succede fra l'analista e il paziente e ciò che succede nella mente del paziente --> lui arriva a speculare che il paziente schizofrenico abbia distrutto il proprio apparato per pensare.
Alcuni suoi concetti su cui si basa il suo pensiero:
• Come nella Klein si parte dal corpo, in particolare dalle sensazioni --> secondo lui il pensiero è l'elaborazione di sensazioni. Essendo però uno psicoanalista introduce il termine emozioni --> per produrre il pensiero si ha un passaggio dalle sensazioni (percezioni) alle emozioni e dalle emozioni si arriva al pensiero. Dalle emozioni sensazioni si arriva a forme di pensiero sempre più complesse.
• Pur essendo kleiniano si è opposto veementemente alla concretizzazione in termini di seni/peni del pensiero kleiniano --> passa dal concetto kleiniano della mente popolata da oggetti interni alla focalizzazione sulle funzioni che trasformano gli oggetti --> non si concentra sugli oggetti stessi ma sulle funzioni che trasformano gli oggetti
• Per Bion apprendere dall'esperienza (che vuol dire la capacità di pensare --> il paziente non apprende dall'esperienza), implica tollerare frustrazione e angoscia (l'angoscia che comporta il non capire) --> ciò fa fare il passo di elaborare quell'angoscia (emozione) e di produrre il pensiero. Se l'angoscia è troppo elevata non si riesce a pensare.
«un dominio del pensiero … in cui esistono pensatori che corrispondono ai pensieri che aspettano qualcuno o qualcosa in grado di pensarli. È possibile equiparare i pensatori a oggetti sensibili a determinate lunghezze d'onda del pensiero, come l'occhio o il telescopio è sensibile a una particolare gamma di onde elettromagnetiche. Tali pensatori possono essere urtati da pensieri troppo potenti (sta dicendo che i pensieri aspettano un apparato per pensarli e a volte i pensieri sono troppo potenti per essere pensati)»
Bion propone una serie di modelli o astrazioni (astrazioni proprio per evitare la concretezza kleiniana) dello sviluppo del pensiero, cioè su come si sviluppa il pensiero a livello evolutivo (tra madre e bambino), a livello analitico (tra paziente e analista), e a livello psicopatologico (dove avviene il non-pensiero):
1. La trasformazione di elementi beta in alfa (è un modello digestivo)
2. Modello riproduttivo ♂♀ (contenuto-contenitore)
3. Oscillazione tra posizione schizoparanoide e posizione depressiva
Bion ha iniziato il suo lavoro di psichiatra vedendo dei gruppi. A quel tempo i soldati venivano mandati in analisi psichiatrica per i traumi dovuti allo scoppio di bombe --> Bion, essendo un ufficiale dell'esercito, doveva guarirli il più presto possibile --> per assolvere a questo compito costituì dei gruppi terapeutici di soldati. IL concetto di gruppo per Bion: è uno stato mentale che riflette l'insieme, ma non degli individui che lo compongono --> il gruppo non è la somma degli individui, ma è una sorta di organismo che sviluppa una mentalità di gruppo, che è costituita da fantasie inconsce comuni. Per gli psicoanalisiti (anche quelli classici come Freud) non esiste una differenza qualitativa tra i nevrotici e i normali. I kleiniani hanno sviluppato l'idea che tutti noi abbiamo non solo degli aspetti nevrotici, ma anche dei nuclei psicotici, che nelle persone normali di solito non si manifestano (tutti noi abbiamo questi aspetti, perché tutti abbiamo attraversato la posizione schizoparanoide e depressiva, e quindi abbiamo residui di quelle posizioni). Come nell'individuo anche nei gruppi coesistono diverse parti più o meno primitive (psicotiche). Bion ne parlava in termini di socialismo della mente, cioè noi non siamo delle menti isolate, ma, in virtù del fatto che apparteniamo alla specie umana, siamo menti in grado di entrare in contatto l'una con l'altra e di condividere certi processi. Esisterebbe dunque un sistema proto-mentale, una sorta di matrice indifferenziata al limite tra corpo e mente. Tale sistema proto-mentale è transindividuale (si estende oltre la singola mente). è da questa matrice che emergono emozioni (condivise da tutti i membri del gruppo) discrete che pervadono (a volte dominano) la mente del gruppo.
Bion distingue tra 2 tipi di gruppo (non sono entità differenti, ma la distinzione è da intendere come due diversi livelli di funzionamento dei gruppi)
• Gruppo di lavoro (W): è un gruppo in cui domina il processo secondario --> il gruppo di lavoro ha un obiettivo razionale (esempio: per una classe universitaria l'obiettivo razionale è l'apprendimento di una serie di teorie)
• Gruppo fondati sugli assunti di base: gli assunti di base possono contrapporsi al gruppo di lavoro a volte facilitando a volte ostacolando l'obiettivo.
Gruppo di lavoro: è orientato verso un compito, orientato verso la realtà, che utilizza metodi razionali. Ha caratteristiche simili a quelle che Freud attribuiva all'Io (cioè percezione, apprendimento, processo di realtà, processo secondario ecc...). è caratterizzato dell'idea di sviluppo della razionalità come valore (cioè la razionalità è considerato un valore che sostiene il raggiungimento dell'obiettivo). Le attività del gruppo di lavoro possono essere fatte divergere, ostacolate e a volte assistite da attività mentali emozionali (gli assunti di base). Quando un assunto di base è attivo, gli altri rimangono in uno stato latente nel sistema proto mentale (in ogni dato momento prevale un solo assunto di base). Gli assunti di base nei piccoli gruppi possono essere considerati delle resistenze (resistenze al cambiamento e al raggiungimento dell'obiettivo --> esempio: in un gruppo terapeutico l'obiettivo è di guarire i singoli disturbi dei singoli membri, e gli assunti di base, con le loro emozioni, possono agire come resistenze al cambiamento all'interno del gruppo), ma nelle grande aziende possono a volte essere delle valorizzazioni.
Assunti di base: Bion ha individuato 3 assunti di base, definiti come atmosfere emotive inconsce (sono l'equivalente delle fantasie inconsce di Klein, condivise però al livello del gruppo):
• Assunto lotta-fuga: il gruppo si sente minacciato da un pericolo interno o esterno. Le emozioni di questo assunto: ira, odio (verso chi non fa parte del gruppo). Una fantasia tipica di questo assunto è la ricerca convulsa del colpevole (esempio: i militari cercano nemici da far saltare in aria, e ciò aumenta la coesione del gruppo)
• Assunto della dipendenza: agglutinazione intorno a un leader carismatico, che è fonte di conoscenza, nutrimento, autorità a cui viene attribuita la mente.
Emozioni: colpa e depressione. Esempio: la chiesa (il capo carismatico è il papa)
• Assunto di accoppiamento: speranza messianica in un genio (messia) che ancora non c'è, ma che emergerà e risolverà tutti i problemi del gruppo. Emozioni: speranza. Esempio: aristocrazia. Se non emerge il messia, allora ciò potrebbe ostacolare il raggiungimento dell'obiettivo del gruppo.
Il fatto che è possibile creare degli assunti di base prototipici fa sì che per Bion tali assunti di base sono universali, una tendenza istantanea di combinarsi con altre menti in modo da condividere non solo pensieri a livello razionale, ma anche fantasie emozionali. Gli assunti di base esprimono fantasie inconsce (non operano razionalmente, ma in modo automatico) di gruppo di tipo onnipotente e magico su come raggiungere degli scopi. Sono quindi tendenze ad evitare la frustrazione inerenti all'apprendimento attraverso l'esperienza.
Poi Bion da questo iniziale studio dei gruppi e delle fantasie inconsce all'interno dei gruppi è passato agli individui (quelli di cui si occupava erano prevalentemente pazienti gravissimi) --> si è occupato dello studio del funzionamento della mente. Bion scrive: “La ragione è schiava dell'emozione ed esiste per razionalizzare l'esperienza emotiva” --> la nostra vita emotiva è primitiva e secondo Bion il nostro pensiero razionale si è evoluto per contenere le nostre emozioni. Il pensiero quindi non può esistere senza l'emozione, si basa sull'emozione, ed è una elaborazione dell'emozione --> il pensiero è intriso di affetto, che quindi è una forma di conoscenza (riprende in un certo modo il pensiero Kleiniano per cui la scissione è un primo modo di organizzare la realtà). Inoltre per Bion I pensieri e la mente che li pensa sono essenzialmente inconsci (aveva cominciato una lezione dicendo: non vedo l'ora di sentire ciò che ho da dire --> in altre parole il pensiero deriva dalle emozioni inconsce e io posso autosorprendermi di ciò che può emergere).
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Dettagli appunto:
- Autore: Mariasole Genovesi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia dinamica
- Docente: Angela Tagini
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