Non Me
Non Me
Il terzo tipo di personificazione è il “Non – me”, che è fondato su esperienze di angoscia estrema legate ad aree che suscitano angoscia estrema nella madre --> hanno un effetto sul bambino di “botta in testa”, i cui contenuti non sono rappresentabili né in alcun modo comunicabili. Queste esperienze sono simili al sonno, al momento di vuoto, o al dolore senza contenuto, vuoto ed è ciò che caratterizza i comportamenti dissociati. Il non – me “costituisce una realtà per le persone schizofreniche”, poiché ha sempre un carattere primitivo composto da aspetti angoscianti, accompagnati da sensazioni di orrore, sgomento e ripugnanza.
Esempio: un genitore che ha il “timore quasi psicotico che il bambino possa diventare una specie di mostro sessuale”; questa madre ha avuto a che fare, in passato, con uno zio pedofilo, a cui si lega una paura matta che suo figlio diventarlo a sua volta; dunque ogni azione legata all'area sessuale del figlio, come cambiare il pannolino oppure quando lui stesso tocca i propri genitali, è impregnata di angoscia; per questo motivo Sullivan crede che la personalità del bambino avrà “un vuoto in quella zona” e ogni avvicinamento ai genitori provocherà un'angoscia “indifferenziata, improvvisa e violenta”, poiché tutto ciò che è legato alla sessualità non esisterà nella coscienza del bambino, poiché essa è stata correlata nello sviluppo con l'angoscia materna che la renderà non accessibile né condivisibile.
Tale fenomeno viene chiamato da Sullivan disattenzione selettiva (che è presente in ognuno) attraverso cui non viene posta attenzione su qualcosa di importante poiché intollerabile dalla persona --> ciò è un meccanismo di difesa, che permette la costruzione di un falso sé in risposta all'angoscia materna --> tuttavia a differenza di Winnicot, per cui il falso sé è totalmente disadattativo e corrisponde all'essere completamente compiacente verso quello che si aspettano i genitori e la società, per Sullivan è importante essere ben integrati nella società, poiché il senso di esser sani è dato dall'essere ben assorbiti dal contesto, avere molte relazioni all'interno del proprio contesto sociale --> tale contrapposizione è data dalle osservazioni di Sullivan sulle persone che non si sentono come parte integranti di relazioni con altre persone, che vengono trattate come subumani, non comparabile agli altri esseri umani; molto spesso questo tipo di soggetti hanno avuto genitori poco presenti, impulsivi, che volevano costringerli a diventare quello che volevano loro e perciò essere sani voleva dire differire dal comportamento genitoriale. Questo tipo di situazioni non potevano essere capite e trattate tramite le teorie precedenti.
Man mano che il bambino cresce, non si renderà più necessaria la risposta materna, di angoscia o di mancanza d'angoscia, poiché:
• ogni esperienza collegata ad un senso di sicurezza attiverà la personificazione del “Me Buono”
• ogni esperienza in cui vi è un basso gradiente di angoscia attiverà il “Me Cattivo”
• le esperienze del tutto ignote all'individuo, non integrate, saranno “nascoste in una nube di angoscia “ rispetto al non me.
È importante ricordare che le personificazioni di Madre Buona e Madre Cattiva non corrispondono alla madre “reale”, ma sono delle elaborazioni complesse che il bambino fa di una serie di esperienze; anche la madre svilupperà delle personificazioni del bambino che “comprende molti fattori il cui rapporto col dato bambino “reale” è remotissimo”, i quali sono influenzati dal gruppo familiare e dalla comunità di appartenenza.
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Dettagli appunto:
- Autore: Mariasole Genovesi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia dinamica
- Docente: Angela Tagini
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