La società multiculturale: comprendere l'altro
Il presente lavoro affronta due tematiche principali, strettamente interconnesse: la prima riguardante la società multiculturale, con una chiarificazione del termine cultura e un discorso sulle diverse modalità di conoscere “l’Altro”, la seconda invece inerente alla comunicazione interculturale e all’analisi approfondita della comunicazione non verbale.
Il primo capitolo vuole andare oltre ad una definizione essenzialista di cultura, quale insieme di comportamenti, valori e credenze condivisi dagli individui all’interno di un territorio. Con un excursus storico si delinea la pluralità di significati che questo termine ha assunto, a seconda delle diverse prospettive. In particolar modo il discorso sulla cultura si incentra sulla diversa interpretazione data dalla psicologia culturale rispetto alla psicologia cross-culturale.
Il concetto di cultura viene poi approfondito analizzando i suoi caratteri: l’apprendimento, il processo interno ed esterno e infine le funzioni di mediazione, produzione di senso e di valori.
In particolar modo si sottolinea l’importanza del contatto con altre espressioni culturali, poiché le differenze spesso fanno emergere il senso della propria appartenenza culturale, nonché la distanza da altre culture nel modo di osservare la realtà.
Il secondo capitolo analizza i modi attraverso i quali conosciamo l’Altro e noi stessi, privilegiando il punto di osservazione della psicologia sociale.
Il discorso si sposta poi sull’analisi degli stereotipi e pregiudizi che spesso rendono fallace la conoscenza dell’Altro.
Il terzo capitolo affronta la tematica centrale di questo lavoro, il multiculturalismo e il riconoscimento della differenza.
In vista del revival etnico e di una società sempre più complessa dal punto di vista etnico e culturale, sono state avanzate diverse soluzioni: il monoculturalismo, il pluralismo culturale e il multiculturalismo, che può presentarsi in forma radicale o temperata, il quale costituisce la premessa per il riconoscimento dei diritti collettivi delle minoranze.
All’interno di una società multietnica, l’acculturazione costituisce invece un processo tramite il quale due o più gruppi stabiliscono un rapporto tendenzialmente stabile di scambio di tratti culturali, favorendo così un arricchimento reciproco, pur mantenendo la propria specifica identità. Le vie dell’acculturazione sono diverse, a seconda del valore dato all’esigenza di mantenere la propria identità culturale e all’esigenza di stabilire un contatto con l’altra comunità culturale, sia da parte della comunità maggioritaria (ospitante) che di quella minoritaria (immigranti, profughi).
Il discorso sul multiculturalismo si sposta verso un ambito specifico quello delle donne, con particolare attenzione al mondo arabo-musulmano.
Il filo conduttore di questo lavoro è rompere con i confini che dividono le culture e valorizzare la ricchezza dell’incontro interculturale, poiché “noi” siamo in mezzo a “loro” e “loro” in mezzo a “noi”.
Il quarto capitolo focalizza l’attenzione sulla comunicazione interculturale, in seguito all’incontro tra persone con un bagaglio linguistico e culturale differente.
È fondamentale tener conto delle diversità culturali e del contesto situazionale per poter comunicare con successo ed evitare fraintendimenti.
Solo mettendosi nella prospettiva dell’altro è possibile comprenderlo fino in fondo.
Il capitolo si conclude con la presentazione di un caso giapponese come esempio dei fraintendimenti che possono nascere dalla comunicazione tra culture diverse (italiana e giapponese) e dei differenti livelli di comunicazione che i due interlocutori possono attuare in tale situazione.
L’ultimo capitolo analizza la comunicazione non verbale, che esercita un ruolo fondamentale nella comunicazione interculturale.
La capacità di codificare e decodificare in modo corretto ed efficace i segnali non verbali risulta essenziale nel determinare la qualità e varietà dei rapporti sociali, evitando i fraintendimenti che possono causare un fallimento della comunicazione. È importante conoscere così le regole del linguaggio non verbale che valgono nei diversi contesti culturale e nello stesso tempo prestare attenzione alle caratteristiche individuali dei partecipanti all’interazione, agli aspetti della situazione e del contesto.
Vengono analizzati in primo luogo le funzioni del linguaggio non verbale, successivamente l’attenzione si sposta sugli strumenti della comunicazione non verbale (cinesica, vocalizzazioni, prossemica, cronemica, ecc), mettendone in rilievo il loro legame con le norme sociale e culturali.
Si sottolinea più volte in questo capitolo l’efficacia comunicativa, la veridicità del linguaggio non verbale e la necessità di approfondire la conoscenza della comunicazione non verbale al fine di migliorare i rapporti con le persone e favorire lo sviluppo di relazioni internazionali.
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Informazioni tesi
Autore: | Donatella Flaiani |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Macerata |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Barbara Pojaghi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 155 |
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