Michael Baxandall: critica e teoria artistica
La coscienza della sfasatura che è insita nell’usare parole per definire entità visive nella pratica della storia dell’arte è di certo il problema di fondo che ha motivato i molti e vari scritti del critico d'arte americano Michael Baxandall (1933-2008).
Autore eclettico, Baxandall, ha scritto di storia dell’arte, storia della critica e di teoria della percezione. La sua produzione spazia dal Quattrocento al Settecento, dalla pittura alla scultura, dall’Italia all’Europa: campi di indagine assai vasti e apparentemente distanti tra loro, ma che possono essere ricondotti ad alcune questioni cruciali, che rimangono con coerenza alla base di ogni sua ricerca.
A mio parere, tre sono le questioni che, interrelate tra loro, sostanziano tutto il lavoro di Baxandall:
• la ricostruzione dei meccanismi di percezione dell’occhio umano, fisici e indotti dalle abitudini culturali;
• l’analisi della natura del linguaggio, in generale e della critica d’arte nello specifico, in quanto resoconto verbale di oggetti che per loro natura si esprimono in un altro medium;
• la definizione di una metodologia interpretativa più adeguata all’oggetto che si trova dinanzi, in modo da colmare la distanza tra questi due linguaggi così eterogenei.
Benché consapevole dell’incapacità del linguaggio di prendere contatto con il suo referente, Baxandall cerca ancora una volta di far dire alle parole qualcosa di autentico riguardo le immagini, proponendo la soluzione della critica inferenziale.
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Informazioni tesi
Autore: | Ariana De Luca |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Lecce |
Facoltà: | Beni culturali |
Corso: | Scienze dei beni culturali |
Relatore: | Massimiliano Rossi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 123 |
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