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Professionisti, professionisti subordinati e capitale sociale. Un'analisi quantitativa e qualitativa

La presente tesi verte sull'universo dei lavoratori con partita IVA. Questi soggetti, spesso rimasti marginali nelle ricerche sociologiche, si rivelano invece essere un elemento strategico nella trasformazione del mercato del lavoro italiano ed europeo.
Nonostante infatti questi lavoratori abitualmente vengano annoverati tra il lavoro autonomo tradizionale, oggi sono aumentati i margini di incertezza sulla reale collocazione e sulle condizioni sostanziali di coloro i quali svolgono prestazioni professionali con partita IVA, fino ad arrivare in letteratura all’inclusione di una parte di questi lavoratori nell’area dell’atipicità. Come già emerso per i le collaborazioni continuate e continuative infatti, anche tra i lavoratori professionisti con partita IVA confluisce un vasto universo di lavoratori che hanno diversi livelli di autonomia, allocazione dei rischi e gradi di dipendenza.
Di particolare interesse sembra la deriva impropria che a volte grava sui questi lavoratori: l’innescarsi di fenomeni di opportunismo contrattuale da parte dei datori di lavoro ha portato alla creazione, accanto a lavoratori professionisti dotati di un loro potere di mercato incorporato nel proprio bagaglio di competenze professionali, di figure che hanno molte caratteristiche della subordinazione (scarsa autonomia, subordinazione gerarchica, dipendenza economica) senza che queste rientrino sotto la legislazione del lavoro subordinato e sotto i vincoli che la norma imporrebbe.

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6 I. Fra lavoro subordinato e autonomo 1. Funzionalità delle reti sociali nel mercato del lavoro Il modello di regolazione sociale che ha dominato la nostra società per decenni sta oggi subendo un progressivo mutamento. Ciò che viene a mancare sono, in primo luogo, le antiche garanzie occupazionali: dopo la grande fabbrica il posto di lavoro diviene instabile e precario sotto le nascenti esigenze della struttura occupazionale di flessibilità e competitività. Per questo motivo la letteratura sociologica negli ultimi anni si è ampiamente interessata ai profili e alle condizioni esistenziali e materiali delle nuove forme lavorative che si stanno sempre più affermando nel mercato del lavoro. Tali forme sono spesso state denominate con il nome di “atipiche” perché non posseggono molte delle caratteristiche e dei vincoli presenti nei più tradizionali lavori subordinati a tempo indeterminato. L‟incremento nell‟utilizzo di questi tipi contrattuali nel mercato del lavoro italiano viene letto dagli analisti secondo chiavi spesso contraddittorie. Da una parte è infatti possibile esaltarne le caratteristiche di valorizzazione della “mobilità professionale” (M. Paci, 2004, p. 353) del lavoratore, ovvero della costruzione di abilità e competenze che vanno al di là della singola esperienza lavorativa e che abbracciano un sapere più ampio; dall‟altra è anche lecito sottolineare come essi spesso si configurino come lavori di seconda scelta, con bassi salari e bassi livelli di garanzie, in cui rimangono intrappolati gli individui privi di risorse economiche, culturali e sociali. Una delle forma contrattuali più interessanti inerenti a questo tema è certamente quello della partita IVA individuale. Nonostante infatti questi lavoratori abitualmente vengano annoverati tra il lavoro autonomo tradizionale, oggi sono aumentati i margini di incertezza sulla reale collocazione e sulle condizioni sostanziali di coloro i quali svolgono prestazioni professionali con partita IVA, fino ad arrivare in letteratura all‟inclusione di una parte di questi lavoratori nell‟area dell‟atipicità. Come già emerso per i le collaborazioni continuate e continuative1 infatti, anche tra i lavoratori professionisti con partita IVA confluisce un vasto universo di lavoratori che hanno diversi livelli di autonomia, allocazione dei rischi e gradi di dipendenza. 1 Si veda S. Bertolini, Il lavoro atipico e le sue strategie, Libreria Stampatori, Torino, 2002; P. Barbieri, E. Reyneri, Il lavoro instabile a Milano e in Lombardia, in M. Belloni e M. Carcano (a cura di), Il lavoro atipico a Milano e Provincia, ed. ISMO, Milano, 2007; Giannini M., Dalle collaborazioni coordinate e continuative al lavoro a progetto, in Monografie sul Mercato del Lavoro e le Politiche per l‟Impiego, ISFOL_RP, n.13, 2004.

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Parole chiave

architetti
capitale sociale
diisegno della ricerca
interviste
interviste personologiche
lavori atipici
mercato del lavoro
opportunismo contrattuale
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sociologia

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