L'Asia Centrale dall'indipendenza dall'Unione Sovietica a oggi. I casi del Kazakistan e dell'Uzbekistan
La scelta di svolgere la tesi sull'Asia centrale è nata da varie motivazioni. Fra queste l'importanza di commemorare i trent'anni dall'indipendenza delle cinque repubbliche centroasiatiche e la mia personale esperienza lavorativa. I trent'anni dall'indipendenza e quindi dal crollo dell'Unione Sovietica sono coincisi a livello mondiale con un cambio significativo dei rapporti di forza e dell'influenza geopolitica dei principali attori internazionali, con il sorgere di pericolosi estremismi religiosi e con uno sviluppo economico fortemente sbilanciato per aree geografiche. Questi elementi hanno tutti coinvolto pesantemente la regione centroasiatica e in questo contesto i due Stati scelti per questa analisi rappresentano, al di là della mia esperienza lavorativa, le nazioni più popolose, più economicamente sviluppate dell'area e quindi più rappresentative dei processi in atto.
L'analisi di questo excursus storico è stata facilitata dalle esperienze della mia settennale esperienza lavorativa nella regione, attività svoltasi dal 2008 al 2015 in qualità di funzionario presso le Delegazioni diplomatiche dell'Unione Europea accreditate per le Repubbliche del Kazakistan e dell'Uzbekistan. Per dare un adeguato inquadramento al tema della tesi, ho cercato di fornire una visione globale degli avvenimenti e degli attori coinvolti.
Nel primo capitolo sono descritti gli avvenimenti principali intercorsi dalle conquiste mongole al collasso dell'Unione Sovietica; particolare attenzione è stata posta alle fasi di penetrazione a est della Russia zarista e al periodo sovietico.
Nel secondo, concentrandomi sul Kazakistan e sull'Uzbekistan, ho focalizzato l'analisi sull'evoluzione della situazione dal periodo che va dall'indipendenza (1991) ai giorni nostri. I principali temi trattati sono stati la disastrosa situazione economica e sociale fronteggiata dalle repubbliche all'alba dell'indipendenza, la stasi politica che ha visto il dominio di leaders autocratici con evidente background sovietico e le tensioni sociali e religiose.
Nel terzo capitolo ho cercato d'individuare le sfide più significative che le repubbliche centroasiatiche dovranno probabilmente fronteggiare nel prossimo futuro. Tra queste, ritengo particolarmente insidiose quelle legate alla tenuta del tessuto sociale a fronte di una inevitabile alternanza politica e l'impatto del cambiamento climatico. Siccità prolungate e scioglimento dei ghiacciai avrebbero conseguenze disastrose per la disponibilità di risorse idriche, questo in una regione il cui ambiente già fragile, è stato devastato durante il periodo sovietico; vedi ad esempio il disastro ecologico del lago di Aral.
Nell'ultimo capitolo esamino invece quelli che sono, e potrebbero essere, gli interessi e il coinvolgimento presente e futuro dei principali attori internazionali nella regione. Regione che per le ragioni enunciate nei capitoli precedenti, è tornata ad assumere l'importanza teorizzata da Mackinder nella teoria del Heartland. Con la differenza che a partire dal crollo dell'impero sovietico le motivazioni che all'epoca avevano portato alle tensioni tra gli imperi britannico e russo, si sono arricchite di problematiche ben più complesse. Questa analisi ha quindi valutato il possibile accentuarsi di conflittualità geopolitiche simili a quelle del "Grande gioco", facendo nascere un cosiddetto "Nuovo Grande gioco".
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Informazioni tesi
Autore: | Giorgio Antonino Giuseppe Vanni |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Storiche |
Corso: | Storia contemporanea |
Relatore: | Silvia Conca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 148 |
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