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INTRODUZIONE
La scelta di svolgere la tesi sull’Asia centrale per completare il percorso di laurea
magistrale in Scienze storiche, è nata da varie motivazioni. Fra queste desidero
evidenziare l’importanza di commemorare i trent’anni dall’indipendenza delle cinque
repubbliche centroasiatiche e la mia personale esperienza lavorativa.
I trentanni dall’indipendenza e quindi dal crollo dell’Unione Sovietica sono coincisi
a livello mondiale con un cambio significativo dei rapporti di forza e dell’influenza
geopolitica dei principali attori internazionali, con il sorgere di pericolosi estremismi
religiosi e con uno sviluppo economico fortemente sbilanciato per aree geografiche.
Questi elementi hanno tutti coinvolto pesantemente la regione centroasiatica e in
questo contesto i due Stati scelti per questa analisi rappresentano, al di là della mia
esperienza lavorativa, le nazioni più popolose, più economicamente sviluppate
dell’area e quindi più rappresentative dei processi in atto.
Come anticipato, l’analisi di questo excursus storico è stata facilitata dalle esperienze
della mia settennale esperienza lavorativa nella regione, attività svoltasi dal 2008 al
2015 in qualità di funzionario presso le Delegazioni diplomatiche dell’Unione
Europea accreditate per le Repubbliche del Kazakistan e dell’Uzbekistan.
Specificatamente quale responsabile della sezione “Finanze, Contratti e Audit” per la
gestione dei fondi devoluti nell’area dalla “Politica europea di cooperazione
internazionale e sviluppo” Incarico svolto per quattro anni in Kazakistan ad Astana e
ad Almaty, dove ero pure responsabile per i fondi devoluti al Tagikistan e al
Kirghizistan, e per tre anni a Tashkent, in Uzbekistan. L’aver ricoperto questa
funzione mi ha permesso di cogliere nella quotidianità e nella gestione d'importanti
aiuti europei l’evoluzione economica, politica e sociale della regione.
Metodo della ricerca e materiali
La redazione di questa tesi è totalmente coincisa con la pandemia da Covid19 e
quindi con un periodo assai difficile per il Paese e di riflesso naturalmente anche per
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quanto concerne gli spostamenti, la ricerca delle fonti, l’accesso a biblioteche e tutto
quello che fa da corollario alla preparazione di una tesi di laurea.
Non potendo per ovvie ragioni seguire i canali di consultazione dei testi disponibili
nelle biblioteche universitarie o in altre strutture private, non risiedendo inoltre a
Milano, ho dovuto basarmi principalmente su testi di mia proprietà o reperibili
attraverso internet. Fortunatamente, sia perché la mia precedente laurea magistrale in
Scienze Politiche riguardava una zona contigua - l’India coloniale - che per le
suddette ragioni di lavoro, disponevo già di numerosi testi storici e politici da usare
come supporto per le mie ricerche.
Credo inoltre superfluo sottolineare come in questo contesto il supporto dello
strumento informatico si sia rivelato decisivo nel reperimento delle fonti e
nell’elaborazione del testo; elemento che ho riportato nel dettaglio nell’elaborato.
Struttura della tesi e contenuto dei capitoli
Per dare un adeguato inquadramento al tema della tesi, ho cercato di fornire una
visione globale degli avvenimenti e degli attori coinvolti.
Nel primo capitolo sono descritti gli avvenimenti principali intercorsi dalle conquiste
mongole al collasso dell’Unione Sovietica; particolare attenzione è stata posta alle
fasi di penetrazione a est della Russia zarista e al periodo sovietico.
Nel secondo, concentrandomi sul Kazakistan e sull’Uzbekistan, ho focalizzato
l’analisi sull’evoluzione della situazione dal periodo che va dall’indipendenza (1991)
ai giorni nostri. I principali temi trattati sono stati la disastrosa situazione economica
e sociale fronteggiata dalle repubbliche all’alba dell’indipendenza, la stasi politica
che ha visto il dominio di leaders autocratici con evidente background sovietico e le
tensioni sociali e religiose.
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Nel terzo capitolo ho cercato d'individuare le sfide più significative che le
repubbliche centroasiatiche dovranno probabilmente fronteggiare nel prossimo
futuro. Tra queste, ritengo particolarmente insidiose quelle legate alla tenuta del
tessuto sociale a fronte di una inevitabile alternanza politica e l’impatto del
cambiamento climatico. Siccità prolungate e scioglimento dei ghiacciai avrebbero
conseguenze disastrose per la disponibilità di risorse idriche, questo in una regione il
cui ambiente già fragile, è stato devastato durante il periodo sovietico; vedi ad
esempio il disastro ecologico del lago di Aral.
Nell’ultimo capitolo esamino invece quelli che sono, e potrebbero essere, gli interessi
e il coinvolgimento presente e futuro dei principali attori internazionali nella regione.
Regione che per le ragioni enunciate nei capitoli precedenti, è tornata ad assumere
l’importanza teorizzata da Mackinder nella teoria del Heartland. Con la differenza
che a partire dal crollo dell’impero sovietico le motivazioni che all’epoca avevano
portato alle tensioni tra gli imperi britannico e russo, si sono arricchite di
problematiche ben più complesse. Questa analisi ha quindi valutato il possibile
accentuarsi di conflittualità geopolitiche simili a quelle del “Grande gioco”, facendo
nascere un cosidetto “Nuovo Grande gioco”.
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Immagine 1 –mappaKazakhstan Fonte:https://link-springer-
com.pros.lib.unimi.it/referenceworkentry/10.1007/978-3-319-01384-8_276
Immagine 2 –mappa Uzbekistan
Fonte:https://link-springer-com.pros.lib.unimi.it/referenceworkentry/10.1007%2F978-3-
319-01384-8_678
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CAPITOLO PRIMO:
DALLA CONQUISTA ALL’INDIPENDENZA
1.1 La conquista russa
1.1.1 I presupposti
Lo studio della storia moderna dell’Asia Centrale è imprescindibile dalle vicende
legate alla conquista russa e in un certo modo al periodo precedente delle invasioni
mongole. La conquista russa si realizzò infatti in territori dove l’organizzazione
statuale era ancora una diretta conseguenza delle conquiste di Gengis Khan del XIII
secolo e di quelle di Tamerlano nel secolo seguente. Nel 1219 Gengis Khan col suo
terrificante esercito apparve a Otrar – oggi città fantasma vicino a Karatau nel
Kazakhstan meridionale - inaugurando così una stagione di conquiste unite a
distruzioni e saccheggi.1
In seguito Gengis Khan, per prevenire possibili conflitti distruttivi tra gli eredi, divise
il suo immenso impero tra i quattro figli avuti da Borte, la moglie principale. Per
quanto riguarda l’Asia Centrale, a Djuci toccarono i territori tra i fiumi Ural e Irtysh
(oggi Kazakhstan nord-occidentale, regione lago d’Aral e Siberia occidentale) e a
Chagatai le regioni sud-occidentali dell’attuale Kazakhstan e l’odierno Uzbekistan).
In seguito quando Djuci morì sei mesi prima di Gengis Khan, i territori furono divisi
tra i suoi figli Orda e Batu che crearono le Orde Bianca e Blu, che in seguito si
sarebbero unite nell’Orda d'oro.
Chagatai invece alla morte del padre fondò un khanato che al momento della sua
massima espansione, si estendeva dai territori dell'Amu Darya fino alla catena dei
monti Altai; oggi confine tra Kazakhstan, Cina e Russia.
Tuttavia tale situazione non si dimostrò stabile, in quanto in seguito seguirono lotte
interne di potere che minarono la forza sia dell’Orda d’Oro che del Khanato. Queste
1 Starr S.F., “L’illuminismo perduto - L’età d’oro dell’Asia Centrale”, Torino, 2017,
Einaudi editore p 531
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crisi interne furono probabilmente la ragione per cui entrambe non furono capaci di
rispondere adeguatamente agli attacchi dei Timurudi e del Khanato degli Zungari.
Dopo la parentesi del Khanato di Mughulistan (oggi Kazakhstan sud-orientale,
Kirghizistan e Xinjiang nord-occidentale) e l’impero di Tamerlano, nel XV secolo
emerse un’unione tra le tribù stanziate nella regione del lago Balkash e del nord
Mughulistan, tribù che costituiranno poi il nucleo di quello che sarà il khanato
kazaco. Più specificatamente per quanto riguarderà il futuro Uzbekistan, nel XV
secolo un successore di Gengis, Abul-Khair, unì alcune tribù creando un Khanato
etnicamente uzbeko i cui territori erano delimitati del fiume Syr-Darya. Nel secolo
successivo suo nipote Shaybani unificò tutti gli uzbeki e fondò un khanato con
capitale a Samarcanda. Dalla dinastia degli Shaybanidi, emersero i khanati di
Samarcanda, Buccara, Kokand e Khiva. Khanati che contraddistingueranno la storia
della regione fino al momento della conquista russa.
Per quanto concerne il Kazakhstan, dopo i conflitti legati alla dissoluzione
dell’impero di Gengis Khan e di Tamerlano, le tribù kazake si riorganizzarono in tre
grandi orde (Juzes) ognuna con una spiccata autonomia legata al proprio khan. I
leader di tale orde si coordinavano infatti solo su argomenti d’interesse comune ed
eventualmente per eleggere un khan supremo; che comunque aveva più un potere
simbolico che reale. (2)
I territori erano così divisi:
-l’Orda Minore nella regione occidentale a nord e est del lago di Aral e del fiume
Ural;
-l’Orda Media a nord nell’area Centrale delle steppe fino alla Siberia;
-l’Orda Maggiore la regione dei Sette fiumi a sud del fiume Ili.
Orde che proprio per questa mancanza di unità furono soggette ai pesanti attacchi
delle truppe del khanato di Zungaria, con scorrerie che devastarono le terre a sud e
2 Giuseppe Sacco “Un paese fortemente euroasiatico: il Kazakistan di Nursultan Nazarbayev”
https://www.asiamaior.org/the-journal/03-asia-maior-vol-xxi-2010/chapters-asia-maior-vol-xxv-
2010/un-paese-fortemente-euroasiatico-il-kazakistan-di-nursultan-nazarbayev.html (consultato il
05/10/2020)
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causarono migrazioni fino a quando nel ‘700, le orde richiesero aiuto alla Russia
zarista.3
Dopo questi avvenimenti, il dominio dei territori si consolidò con gli uzbeki che
crearono khanati a ovest del Syr-Darya e i kazaki che controllarono le steppe e le
oasi a est del Syr-Darya.
La successiva espansione dello Stato zarista non fu quindi solo storia dell’etnia russa,
ma fu il risultato di commistioni etniche, culturali e religiose oltre che d’interazioni
con gli imperi britannico, cinese e persiano.
Ma con quali metodi si realizzò l’espansione e come si inglobarono territori e
popolazioni così diverse?
Immagine 3- Impero russo
3 Alan Bodger Abulkhair, Khan of the Kazakh Little Horde, and His Oath of Allegiance to Russia of
October 1731, The Slavonic and East European Review Vol. 58, No. 1 (Jan., 1980), pp. 40-57
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Fonte:https://dizionaripiu.zanichelli.it/storiadigitale/p/mappastorica/163/l-espansione-dell-
impero-russo-alla-fine-del-xix-secolo
La Storia della Russia multietnica si può fare iniziare nel 1552 con la conquista del
Khanato di Kazan da parte di Ivan il Terribile, seguita poco dopo dalla conquista del
Khanato di Astrahan. Atti che vennero giustificati dalla necessità di difesa dalle
scorrerie dei Tatari, dal desiderio di intraprendere una crociata contro gli infedeli,
dalla motivazione economica di controllare le rotte commerciali del Volga (accesso
al Mar Caspio e le steppe euroasiatiche) e dal desiderio di vendetta contro i
tradimenti - spesso dovuti a una diversa comprensione della dinamica delle alleanze -
da parte delle tribù locali. Fu in questo modo che finirono per la prima volta sotto il
controllo russo strutture statuali autonome con tradizioni, élite, lingue e religione
diverse. Tenendo però presente che alcune delle etnie coinvolte, poi parte dell’URSS,
si erano già costituite nel medioevo ed erano presenti nella Russia a Kiev e a
Novgorod (annesso nel 1478).
Da allora in due secoli il piccolo principato di Mosca tramite la politica
espansionistica e diplomatica del “dividi et impera”, passò dal protettorato
all’annessione, da campagne militari di conquista alla repressione, il tutto per
mantenere e accrescere il potere. Con la pretesa storica che Mosca fosse la Terza
Roma, si costituì l’impero più vasto d’Europa.4
L’espansione verso est dal XVI al XIX secolo trasformò la Russia in un colossale
impero euroasiatico. In questo scenario si ersero sulle etnie locali, quelle di origine
non russa ma che erano dotate di élite, di tradizioni statali e di culture sviluppate
(polacchi, tatari, georgiani) e i gruppi insediatisi per specifiche funzioni (tedeschi,
ebrei, armeni). Differenziazione creatasi pur se le etnie autoctone del Caucaso e
dell’Asia Centrale avevano una storia più antica.
4 A Kappeler, La Russia, Storia di un impero multietnico, Roma, Edizioni Lavoro, 2006.