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Pubblica amministrazione e partecipazione. Quale amministrazione e per quale partecipazione.

La riforma della pubblica amministrazione italiana, avviata ormai da almeno due decenni, non è stata fine a se stessa, ma inserita in un processo di modernizzazione finalizzato alla trasformazione della P.A. come soggetto erogatore di servizi che, attraverso il miglioramento della qualità della regolazione, la razionalizzazione della macchina amministrativa e la ridefinizione delle responsabilità tra livelli istituzionali, sia in grado di rispondere alle esigenze degli utenti (cittadini e imprese).
L’esigenza di una trasformazione della pubblica amministrazione si è avvertita in conseguenza al processo di integrazione europea che conduce all’inevitabile confronto con gli altri apparati pubblici e alla conseguente trasformazione da amministrazione dirigistica, verticale e segmentata ad un amministrazione orizzontale, orientata al servizio e al cittadino.
Una tale modifica corrisponde alle trasformazioni organizzative che le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Information e Communication Tecnologies – ICT) causano e consentono.
La P.A. presenta criticità numerose e radicate.
Le resistenze al cambiamento, la frammentarietà delle azioni e delle strategie, la dispersione delle risorse, la scarsa motivazione, la percezione pubblica della P.A. come disvalore (per spreco, lentezza, ostilità, linguaggio,) sono problematiche di cui risentono la P.A. centrale quanto le P.A. locali.
I territori e le pubbliche amministrazioni locali sono il luogo privilegiato in cui sperimentare e consolidare politiche di innovazione; i livelli amministrativi decentrati e di governo locale sono un’antenna che rileva le esigenze reali di cittadini e imprese e il loro rapporto con la P.A.
Per cui occorre conoscere e avere sempre presente il punto di vista dei destinatari di politiche e azioni generate dalla pubblica amministrazione stessa.
L'obiettivo che si vuol sottolineare è quello di fare dell’innovazione della P.A. uno dei fattori chiave di garanzia dei diritti di cittadinanza e di coesione territoriale per il rilancio della competitività e dello sviluppo del Paese per l’implementazione e l’effettività degli indirizzi di governo; di conseguenza rilanciare l’e-Government per semplificare e ridefinire i rapporti con le imprese e i cittadini e, quindi, superare il divario tra innovazione tecnologica e innovazione amministrativa.
Un aspetto essenziale per lo sviluppo delle tecnologie digitali nel nostro Paese riguarda l’adeguata capacità di interpretarne il valore non solo per gli aspetti di “automazione” delle procedure esistenti, ma soprattutto per la loro carica di “trasformazione” in ogni ambito economico e sociale.
Oggi l’ICT per la P.A. risulta uno strumento, e non un fine, dell’azione di governo in tema di modernizzazione del sistema Paese; l' ICT agevola l’integrazione tra i vari livelli di governance (locale, regionale, nazionale, comunitario).
Si assume essa come leva strategica per la contrazione ed il controllo dei tempi della P.A. , la valutazione ex post della sua efficienza; il miglioramento della qualità e dell’accessibilità dei servizi per cittadini e imprese; l’aumento di efficienza delle strutture pubbliche (risparmi di spesa); la maggiore partecipazione dei cittadini alla formulazione di politiche e decisioni; la semplificazione degli adempimenti amministrativi (meno oneri burocratici per cittadini e imprese).
Per ottenere una proficua trasformazione della P.A. è necessario un nuovo patto fiduciario tra cittadino, impresa e P.A..; occorre fare in modo che i controlli preventivi circa i comparti della P.A. non precludano quelli in itinere e a posteriori; occorre una reingegnerizzazione dei processi e una razionalizzazione delle procedure.
Questa innovazione si basa su elementi quali la centralità dell’utente (impresa, cittadini) e del servizio; la centralità dei risultati e non della mera osservanza della norma; il decentramento, maggiore autonomia operativa degli uffici; una nuova distribuzione fisica del lavoro (localizzazioni periferiche); un'alta formazione e responsabilizzazione dei dirigenti; un ruolo centrale della valutazione ex post; un modello organizzativo cooperativo (orizzontale) e non gerarchico-burocratico (verticale).
La centralità del cittadino è la chiave per ripensare l’organizzazione della P.A., in termini di efficienza, efficacia e missione e in funzione della trasparenza e dell’equità.
Le nuove tecnologie favoriscono un decentramento di potere che, aumentando la partecipazione dei singoli, impone profonde trasformazioni alle Pubbliche Amministrazioni.
Di conseguenza per sviluppare l’e-Participation sarà utile rafforzare il sistema della partecipazione e dell’inclusione nel contesto di una amministrazione rinnovata e digitalizzata.

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1 INTRODUZIONE L’impianto di questa tesi è stato studiato per mettere in luce i differenti aspetti sin qui accennati. Il primo capitolo si occuperà di studiare le origini della “visione partecipativa”, che prende avvio con la Carta Costituzionale per poi evolversi e svilupparsi in documenti legislativi successivi, di ispirazione Europea ed Italiana. Si ricalcano, in maniera sommaria, le matrici storiche esistenti nel contesto politico-istituzionale precedente al consolidamento dei regimi costituzionali. Si analizzano, in seguito, alcune concezioni circa gli innumerevoli aspetti che l'oggetto Partecipazione propone e circa gli elementi e i requisiti che potranno rafforzare il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino. Nel secondo capitolo si tenta l'adozione di un punto di vista locale per leggere le implicazioni sociali che i processi di innovazione tecnologica implicano; in contesti determinati, come quelli territoriali, interagiscono “attori” differenti e si sostanziano nuove pratiche e relazioni. Si affronta lo stretto collegamento, ormai sempre più inevitabile, che esiste tra la diffusione del web e la sua carica innovativa da una parte e il continuo tentativo di ammodernamento della pubblica amministrazione dall'altra. Si riportano le linee guida d'azione promanate dalla Commissione Europea nonché dai Governi Italiani, decisive nel dotare di norme e pieno riconoscimento la questione della centralità del cittadino nei confronti della pubblica amministrazione, sia quella centrale che locale. Si illustrano le motivazioni per le quali le tecnologie informative ed interattive vengono acquisite sempre maggiormente nei piani di progettazione di servizi approntati dagli enti locali.

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