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La "manipolazione mediatica" della memoria collettiva: il caso del genocidio di Srebrenica

Gli eventi legati alla guerra in Bosnia sono ancora oggi poco conosciuti all'interno del contesto europeo. Tra le principali cause vi è stata una narrazione mediatica generica, che si è limitata ad una distinzione delle parti in vittima e carnefice senza approfondire le complesse dinamiche alla base del conflitto e della sua evoluzione. I media hanno un ruolo fondamentale nella creazione e trasmissione della memoria di eventi traumatici, come quelli di una guerra, e nel relativo riconoscimento della loro gravità. Un esempio emblematico è quello del genocidio di Srebrenica, del luglio 1995, il cui riconoscimento dei fatti e la relativa sentenza sono stati oggetto di un lungo iter, a causa del forte negazionismo supportato dai media. Il presente elaborato si propone di analizzare il ruolo svolto dai media e dalla propaganda nell'ambito della guerra in Bosnia. Inoltre, le teorie sociologiche sulla memoria sono oggetto di attenta trattazione nell'analisi del genocidio di Srebrenica. Al fine di comprendere come gli eventi della guerra e del genocidio siano attualmente presenti nella memoria collettiva è stato diffuso un questionario e ne vengono analizzati i risultati.

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3 INTRODUZIONE Negli anni Novanta fu combattuta nella ex-Jugoslavia una guerra considerata dagli storici come “fratricida”, perché gli scontri avvennero tra civili in un territorio dove le persone avevano vissuto, fino ad allora, in pacifica convivenza nonostante le differenze etniche e religiose. Una guerra considerata alle “porte di casa”, ma nonostante questo “scomparsa”. Il ruolo dei media, come in ogni evento bellico, fu fondamentale per contribuire alla trasmissione delle informazioni e alla formazione dell’opinione pubblica nei diversi Paesi, ma questo ruolo ha evidenziato un atteggiamento ingannevole nei confronti della realtà della guerra, che ha influito inevitabilmente sulla relativa memoria. Per tale ragione, questo elaborato si propone di analizzare gli eventi di questo conflitto ponendoli in relazione con la narrazione mediatica rilevata nelle diverse fasi della guerra. Nello specifico, si tratterà del tema della memoria della guerra nella ex-Jugoslavia con particolare riferimento al caso del genocidio di Srebrenica: un massacro contrassegnato da un difficile percorso per il suo riconoscimento, a causa del supporto mediatico alle correnti negazioniste. Nel Primo Capitolo è sviluppata la contestualizzazione storica della guerra in Bosnia, analizzando la situazione nei Balcani dall’ascesa di Slobodan Milošević nel 1989 agli accordi di Dayton nel 1995. Il nazionalismo è l’elemento chiave degli sviluppi di questa guerra e, per tale ragione, vi è dedicato un breve approfondimento. In seguito, sono proposte alcune teorie riguardanti il ruolo dei media in situazioni di guerra. Nel Secondo Capitolo sono approfondite le teorie riguardanti la propaganda: la strategia comunicativa che rivestì un ruolo chiave nella strutturazione dei messaggi politici e mediatici. Per aggiungere concretezza al ruolo che hanno avuto queste teorie, sono presentati alcuni esempi legati alle informazioni diffuse dai media durante la guerra nei Balcani, analizzando l’approccio dei giornalisti e degli editori alla guerra, sia a

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Informazioni tesi

  Autore: Gaia Di Monte
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Udine
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Antonella Pocecco
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 180

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Parole chiave

nazionalismo
propaganda
genocidio
disinformazione
memoria collettiva
strategie comunicative
srebrenica
copertura mediatica
teorie sui media
guerra in bosnia

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