''Arlecchino servitore di due padroni'' per la regia di Giorgio Strehler
Il servitore di due padroni nasce a Pisa nel 1745 per mano del commediografo Carlo Goldoni. L’opera presenta l’affascinante mondo della Commedia dell’Arte completamente spogliato dei suoi significati originari e popolari: privato di tutto quello che Goldoni definisce volgarità, indecenza, inverosimiglianza della tradizione dell’Arte.
È, insomma, il mondo delle maschere teatrali: un Arlecchino divertente e grazioso, un Dottore tronfio e buffo, un Pantalone burbero e avaro, due Innamorati delicati e teneri.
Da questa commedia prende le mosse l’intero discorso strehleriano sul Goldoni.
Questo lavoro si pone l'obiettivo di presentare e analizzare la commedia goldoniana Il servitore di due padroni e di mostrare come il regista Giorgio Strehler ne abbia realizzato un rifacimento.
Il regista comprende l'importanza di un recupero della tradizione dell'Arte e include Il servitore di due padroni in chiusura del cartellone, predisposto per l'anno inaugurale del Piccolo Teatro di Milano.
Questa in breve è la storia dell’Arlecchino: la sua origine, i suoi mutamenti, il lavoro di Goldoni e quello di Strehler, le diverse edizioni. Temi che verranno approfonditi nel corso delle pagine seguenti accompagnati da un breve accenno alla Riforma goldoniana, premessa necessaria per comprendere al meglio l’evoluzione di uno spettacolo ancora oggi famoso e applaudito in tutto il mondo.
Esiste un panorama molto vasto di testi che analizzano le commedie goldoniane e, in particolare, Il servitore di due padroni; si è deciso, dunque, di concentrarsi nello specifico su due autori: Roberto Alonge e Paolo Bosisio.
Il primo, nel suo libro intitolato Goldoni. Dalla commedia dell'arte al dramma borghese, fornisce specifiche indicazioni sulla commedia scritta da Goldoni, analizzando differenze e punti di contatto con lo scenario di Mandajors. Il secondo, nel testo Il teatro di Goldoni sulle scene italiane del Novecento, si occupa invece delle diverse edizioni dello spettacolo dirette da Giorgio Strehler, evidenziando quali variazioni abbia subito il copione originario nel corso degli anni.
Si è dimostrata, inoltre, molto utile e interessante la visione di una delle versioni dell'Arlecchino di Strehler, nell'edizione detta "dei carri" con il grandissimo Ferruccio Soleri. Infatti essa mostra come questo capolavoro di Goldoni diventi la fonte perenne del nuovo modo di fare teatro e permette di osservare il reale lavoro effettuato dal regista.
Peculiare per questo lavoro è stata anche la testimonianza diretta del regista Strehler che, in una sorta di diario personale scritto in ricordo dell'amico Marcello Moretti, descrive in prima persona il suo rapporto con l'attore, i problemi incontrati durante le lavorazioni di messa in scena, la spesso difficile convivenza tra Moretti e il personaggio di Arlecchino.
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Informazioni tesi
Autore: | Cinzia Raffaglio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Relazioni pubbliche e pubblicità |
Relatore: | Alberto Bentoglio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 69 |
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Ferruccio Soleri
FAQ
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