Ecologia della comunicazione terapeutica

3 Introduzione “La normale coscienza da svegli, che noi chiamiamo razionale, è solamente un tipo speciale di consapevolezza, mentre tutt’attorno a essa, separata da un sottilissimo schermo, esistono forme potenziali di coscienza interamente differenti…Nessuna spiegazione dell’universo nella sua totalità può essere considerata conclusiva se trascura queste altre forme di coscienza.” William James, (cit in Grof ,1996, p.61) A partire dagli anni ’60 alcuni autori hanno indagato aspetti problematici della ricerca in campo epistemologico, accogliendo le intuizioni provenienti dalle scoperte scientifiche del XX secolo, delle filosofie orientali, dalla filosofia del linguaggio, etc. Ai loro occhi, la necessità/opportunità cui rispondere era quella di compiere un salto paradigmatico che segnasse il punto di svolta (Capra, 1982) di una nuova ricerca orientata verso una visione sistemica dell’essere umano, della mente, della natura e della comunicazione. I paradigmi cartesiani e newtoniani, messi in crisi, e soprattutto ricollocati, all’interno di teorie di più ampio respiro, continuano ad essere a tutt’oggi performanti nel dibattito delle scienze cosiddette umane. Tuttavia questi si sono dimostrati strumenti inadeguati nel momento in cui occorse considerare la complessità delle relazioni presenti in natura, nel linguaggio e nell’ambito della comunicazione.