L'Occhio Scavatore - Analisi delle pulsioni nel cinema di Alfred Hitchcock
L'Occhio scavatore: Analisi delle pulsioni nel cinema di Alfred Hitchcock.
All’interno di questo breve scritto si prende in analisi l’esperienza cinematografica dal punto di vista dello spettatore e del suo coinvolgimento con ciò che avviene sullo schermo.
Si discutono le maggiori influenze nello studio della spettatorialità prendendo in esame elementi di psicoanalisi freudiana e post-freudiana di Jacques Lacan, della Feminist Film Theory di Laura Mulvey e di alcuni scritti teorici sul rapporto diretto di cinema e psicoanalisi.
L’intento principale della ricerca è di sviluppare una forma di consapevolezza nello spettatore-tipo che, ignaro dei processi di identificazione e al desiderio che si propaga tramite il suo sguardo, si reca al cinema per un semplice svago. Parallelamente, introdurre elementi in grado di determinare il possibile ruolo del filosofo in sala che non si limita a discutere del film e degli eventi che si susseguono sulla pellicola, giudicandoli secondo un’estetica soggettivista, ma approfondisce gli effetti che questi hanno sulla sensibilità dello spettatore e legge un testo filmico al di là del piacere visivo. La distinzione tra occhio spettatore ed occhio scavatore, approfondita nel testo, si presenta come la sintesi dei processi visivi di uno spettatore-tipo e di uno spettatore filosofo. La loro differenza è essenziale per la comprensione del problema principale della ricerca e delle sue implicazioni sulla realtà sociale, oltre che sullo sviluppo del mezzo cinematografico.
Attraverso la guida dei testi di Slavoj Žižek, esponente chiave della scuola psicoanalitica lacaniana ed esperto di cinema, si sviluppa un particolare sguardo “perverso” nei confronti della filmografia di Alfred Hitchcock come parte di quella “ginnastica dello sguardo” dello spettatore al cinema.
Nella seconda parte del testo, più operativa, si prendono in analisi alcune delle sequenze chiave dei film Rear Window, Psycho, Notorious, Rebecca e Vertigo per delineare come l’autorialità di un maestro del cinema come Hitchcock possa essere a tutti gli effetti produttrice di contenuti originali e non semplici rappresentazioni della realtà. Si è scelto Hitchcock, oltre al suo indiscusso valore artistico, per l’intento metacinematografico sempre presente nelle sue opere che denota quella forma di autocoscienza del cineasta che questo scritto cerca di sviluppare nello spettatore.
In conclusione, si propone una sorta di rivoluzione della figura dello spettatore cinematografico, al fine di allontanandolo dalla semplice visione narcisistica a vantaggio di un nuovo modo di considerare l'esperienza filmica.
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Romano |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Luciano De Fiore |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 51 |
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